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Il cardiologo ucciso a Favara, la difesa dell'omicida chiede gli arresti domiciliari

Ribadisce la confessione e si riporta a quanto detto durante l’interrogatorio con pm e carabinieri. Al termine dell’udienza di convalida, il difensore, l’avvocato Santo Lucia, chiede al giudice di applicare una misura cautelare meno afflittiva quale, ad esempio, gli arresti domiciliari col braccialetto elettronico. Il gip di Agrigento, Micaela Raimondo, deciderà nelle prossime ore sulla richiesta di convalida dell’arresto di Adriano Vetro, il bidello di 47 anni reo confesso dell’omicidio del cardiologo Gaetano Alaimo, 65 anni, ucciso martedì pomeriggio nel suo ambulatorio di Favara.

Vetro ha detto di avergli sparato perché il medico avrebbe tardato nel rilasciargli un certificato indispensabile per ottenere il rilascio della patente di guida. Lo stesso, secondo la versione dell’indagato, avrebbe tardato a rimodulargli la terapia. La circostanza lo avrebbe esasperato. «Mi sentivo preso in giro», ha raccontato. Il procuratore di Agrigento facente funzioni Salvatore Vella e il pubblico ministero Elenia Manno hanno chiesto la convalida dell’arresto e la custodia cautelare in carcere. L’avvocato Lucia ha sottolineato che la «piena confessione scongiura ogni ipotesi di inquinamento probatorio e non è credibile che possa commettere un altro omicidio». Lo stesso legale ha ribadito i problemi psichiatrici dell’indagato, sottolineando che «la documentazione è agli atti».

I pm, intanto, in mattinata hanno incaricato il medico legale Alberto Alongi che eseguirà l’autopsia sabato mattina, 3 dicembre. L’incarico sarà conferito domani alle 13. Sia il difensore dell’indagato che il legale Giuseppe Barba, che assiste i familiari della vittima, potranno nominare dei consulenti di parte per prendere parte alle operazioni. Nei prossimi giorni, inoltre, la procura potrebbe sottoporre ad accertamenti tecnici anche la pistola sequestrata nell’abitazione dell’indagato che è risultata rubata nel 1979.

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