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Le due donne uccise a Naro: per l'incendio a casa di Maria non è stata usata benzina

La figlia e il genero lanciano un appello ad eventuali testimoni: «Dite ciò che avete visto, anche in forma anonima»

Gli specialisti del nucleo investigativo dei vigili del fuoco sono entrati nella casa di vicolo Avenia, a Naro

Gli specialisti del nucleo investigativo dei vigili del fuoco sono entrati nella casa di vicolo Avenia, a Naro, dov’è stata trovata morta carbonizzata Maria Rus. Davanti all’uscio di casa è stato prelevato un mozzicone di sigaretta. Gli investigatori hanno effettuando i rilievi dentro l’abitazione.

I vigili del fuoco non hanno trovato materiali che abbiano potuto fare accelerare il rogo. Nessuna traccia di liquido infiammabile o inneschi vari all’interno dell’abitazione di. Il nucleo investigativo dei vigili del fuoco ha ultimato i rilievi all’interno della residenza, di proprietà di Maria Rus, ed ha accertato che per appiccare le fiamme non è stata utilizzata benzina. Quasi scontato dunque il fatto che l’incendio è stato appiccato alla poltrona davanti alla quale è stata trovata la donna. «Mia mamma non si sedeva mai su quella poltrona - racconta la figlia Marcela -. Si metteva da tutt’altra parte della casa, dove il cellulare ha campo».

In merito all’altra vittima, la 58enne romena Delia Zarniscu, Marcela racconta: «Non so se avevano rapporti di frequentazione. Certo, Naro è piccola e ci conosciamo tutti, ma non so fino a che punto loro si conoscessero o si frequentassero». «A Naro - dice il genero, Giuseppe - ci sono molti romeni, gente che sa i problemi che ha avuto con il marito e magari qualcuno ha cercato di infastidire mia suocera. Magari ha cercato di cacciarli da casa ed è successa questa tragedia».

Marcela e Giuseppe chiedono la collaborazione di eventuali testimoni. «Non è stato un incidente - dicono - ed è assurdo che nessuno abbia sentito nulla. Ci sono tante persone in questo quartiere. Chi ha chiamato i pompieri sicuramente ha visto qualcosa. Andremo in fondo a questa situazione». Seduti sugli scalini di vicolo Avenia, mentre aspettano di poter parlare con i carabinieri, la figlia e il genero di Maria Rus sono addolorati. «Non si ammazza un gatto, immaginiamo una persona in questo modo. Se qualcuno ha visto qualcosa anche in forma anonima parli con i carabinieri» dicono. «I miei suoceri, molti anni fa, avevano avuto dei problemi economici e gli sono stati tolti due figli - spiega Giuseppe -. Una aveva 12 anni e l’altra 6 anni. Una adesso è maggiorenne ed è in contatto con mia moglie, l’altra non sappiamo dove sia e nessuno ci vuole dire nulla. È sparita». «Mia madre e mio padre - racconta la figlia - erano separati, non divorziati, ma separati. Mio padre è in Romania adesso. E ogni tanto si parlavano - racconta Marcela -. Mia mamma da 19 anni viveva a Naro». «Non è stata una rapina, perché io ho visto il cadavere di mia suocera e aveva ancora indosso la collanina» aggiunge Giuseppe. «Non dava problemi a nessuno, era una persona squisita - sottolinea un narese -. La conoscevo da anni perché prima viveva nel quartiere di Sant’Agostino ed era una persona che non dava fastidio».

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