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Ravanusa, trovati gli ultimi due corpi: nove i morti nell'esplosione. Pronti gli avvisi di garanzia

Trovati i corpi di Calogero e Giuseppe Carmina, padre e figlio, gli ultimi due dispersi dell'esplosione avvenuta a Ravanusa

Padre e figlio erano nel garage quando la palazzina di via Trilussa, a Ravanusa, è esplosa; i corpi di Calogero e Giuseppe Carmina, di 59 e 33 anni, sono stati trovati nel pomeriggio sotto una montagna di pietre, ferro e calcinacci; erano uno poco distante dall’altro. Ci sono voluti tre giorni no stop di lavoro dei vigili del fuoco per poterli individuare. Sono stati recuperati proprio dove i soccorritori temevano si trovassero: Giuseppe aveva parcheggiato l’auto del padre che era sceso per andargli incontro, quando l’inferno di detriti li ha travolti. Due giorni fa era stato recuperato il cadavere di Gioacchina Calogera Minacori, la moglie di Calogero. Di questa famiglia, molto religiosa, rimane suor Agata, la sorella di Giuseppe, che avvolta nel saio bianco ha cercato in questi dolorosi giorni vissuti col cuore in gola di dare conforto durante le ricerche dei corpi a Eliana, la moglie di Giuseppe, affranta in un dolore lancinante e rimasta ora da sola ad accudire i due figli piccoli.

Ai parenti delle vittime è arrivato il cordoglio del Papa

Col ritrovamento degli ultimi due dispersi, il bilancio finale della strage del gas è di nove morti e due sopravvissute, le donne estratte vive dalle macerie nelle prime ore dai soccorritori. Quattro le palazzine crollate e altre 4 quelle sventrate dall’esplosione, che ha interessato un’area vasta, di circa 10mila mq. Ai parenti delle vittime è arrivato il cordoglio di Papa Francesco con un telegramma a firma del cardinale Pietro Parolin; il Pontefice ha espresso «sentimenti di intensa partecipazione al dolore dell’intera popolazione» e alla «sofferenza di tante persone, causata anche dagli ingenti danni che gravano su molti», manifestando «la sua accorata vicinanza, assicurando in particolare la sua preghiera di suffragio per le vittime», e «apprezzamento per quanti si sono prodigati nelle operazioni di soccorso».

L'inchiesta della Procura dovrà accertare le cause

Adesso i riflettori sono tutti puntati sull’inchiesta della Procura di Agrigento, coordinata dal procuratore Luigi Patronaggio: il fascicolo aperto contro ignoti ipotizza i reati di disastro e omicidio colposo. L’intera zona rossa, a questo punto, sarà sigillata in brevissimo tempo. Il decreto di sequestro è già nelle mani dei carabinieri che portano avanti le indagini e che oggi, mentre i pompieri cercavano gli ultimi due dispersi, hanno continuato ad acquisire documenti e carte sulla rete dell’impianto di distribuzione del metano, sui lavori di manutenzione e di controllo delle tubazioni, e hanno sentito come persone informate sui fatti decine di testimoni. Intanto l’ Italgas ha reso noto che ha ricevuto «3 segnalazioni» di dispersioni di gas a Ravanusa riguardanti «le vie Calabria, San Francesco e Galileo», afferma il Gruppo sottolineando che «a seguito di verifiche, per due di esse non sono state rilevate alcune perdite», mentre «per una terza i tecnici hanno provveduto alla sostituzione di un breve tratto di tubazione di piccolo diametro, posto al limite della sede stradale». «Le segnalazioni - sottolinea Italgas - sono state tutte verificate ampliando il controllo della rete anche a tutte le vie limitrofe». Dislocato inoltre un «presidio stabile di Pronto Intervento presso l’abitato di Ravanusa».

A breve partiranno gli avvisi di garanzia

Col sequestro dell’area, l’indagine entrerà nella fase cruciale: a breve partiranno gli avvisi di garanzia anche per consentire agli indagati di potere assistere agli atti irripetibili di polizia giudiziaria.

Gli sfollati sono riusciti a recuperari i primi effetti personali

Intanto alcuni sfollati sono riusciti a recuperare i primi effetti personali dalle proprie abitazioni, accompagnati dai pompieri. Vito Gattuso, 67 anni, aveva chiesto aiuto ai vigili del fuoco per conto di un amico, che si trova a Bologna dalla figlia ma che vuole fare ritorno a casa. L’uomo ha tentato di aprire la serratura del portone della palazzina di un piano, in via Procida al numero 6, senza riuscirci; neanche con la forza i pompieri ce l’hanno fatto perché il solaio collassato ha incastrato l’infisso. A pochi metri altri pompieri hanno accompagnato una donna, altri una coppia. «Siamo entrati in una abitazione - riferisce un pompiere del distaccamento di Palermo - Marito e moglie hanno recuperato vestiti e altra roba. Volevano prendere anche dei soldi custoditi al piano superiore ma non è stato possibile perché il rischio crollo è alto». In via della Pace, una signora è riuscita a prendere alcune medicine: la tavola al piano basso era ancora apparecchiata. “Stavamo cominciando a cenare quando è arrivato il boato - racconta - Abbiamo aspettato un pò, poi siamo scappati e ci sentiamo dei miracolati». Prima di uscire la donna ha recuperato il suo piccolo «tesoro», alcune piante e l’alberello di Natale. Domani ad Agrigento sarà lutto cittadino, mentre la Protezione civile della Regione siciliana ha attivato un conto corrente bancario dedicato per le donazioni alla popolazione colpita dalla strage (Iban: IT 18 B 02008 04625 000105458608). Paura e dolore si mischiano a Ravanusa, dove la comunità sta vivendo un incubo. Tante sono le segnalazioni di presunti odori o fughe di gas che arrivano da diverse zone del paese di diecimila abitanti: i carabinieri le raccolgono, verificano, verbalizzano.

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