Ci sarebbero questioni legate a concorrenza commerciale alla base della sparatoria, con un morto, avvenuta ieri (23 febbraio), attorno alle 17 davanti alla concessionaria AutoXpassione del Villaggio Mosè, ad Agrigento. Una violenta discussione che è sfociata in una tragedia, quella tra il titolare dell’esercizio commerciale, Lillo Zambuto, e Roberto Di Falco, un altro commerciante di auto, di 38 anni, originario di Palma di Montechiaro. A perdere la vita è stato Di Falco, che al culmine della lite ha estratto una pistola, ferendo Zambuto. L’arma si è inceppata e durante una colluttazione, in cui sono intervenuti i figli del titolare dell’autosalone, è partito un altro colpo che ha raggiunto all’addome Di Falco. Una ferita che non gli ha dato scampo.
Diversi colpi di arma da fuoco sono stati esplosi davanti la concessionaria nei pressi della chiesa Santa Rosa. Dopo la sparatoria, Di Falco è stato trasportato in gravissime condizioni all’ospedale San Giovanni di Dio, dove è deceduto a causa delle ferite all’addome. Secondo una prima ricostruzione dell’agguato, tre persone, tra cui Di Falco, a bordo di un’auto, si sarebbero presentate davanti l’esercizio commerciale. Di Falco sarebbe entrato nell’autoconcessionaria «AutoXpassione» gestita dall’agrigentino Lillo Zambuto con un’arma ed ha fatto fuoco ma la pistola si sarebbe inceppata. L’obiettivo proprio il titolare e successivamente i due figli presenti nell’esercizio commerciale forse per dargli una lezione. A quanto pare alla base del gesto ci sarebbero state questioni legate alla compravendita di autovetture. Di Falco, che aveva da poco aperto un autosalone al Villaggio Mosè, sarebbe stato uno dei principali concorrenti di Zambuto. Questa è una delle ipotesi che gli investigatori stanno vagliando. L’uomo, che non aveva precedenti e non sarebbe legato ad ambienti criminali mafiosi, avrebbe avuto un raptus che lo ha portato ad impugnare una pistola e ad affrontare il suo concorrente sulla piazza di Agrigento.
Ma la sua pistola si è inceppata dopo avere fatto fuoco. A questo punto sono intervenuti anche i figli del titolare della concessionaria, che hanno tentato di disarmare l’aggressore. Ne sarebbe nata una colluttazione, culminata con l’esplosione del colpo. Il rivenditore di auto è rimasto comunque ferito ed è attualmente ricoverato all’ospedale San Giovanni di Dio di Agrigento, ma nel corpo a corpo è stato colpito anche l’aggressore. Un colpo di pistola ha raggiunto all’addome Di Falco. Le ambulanze, che sono intervenute sul posto, hanno subito caricato il trentottenne, trasportandolo d’urgenza all’ospedale di contrada Consolida. Tutto era pronto, in sala operatoria, per poter intervenire chirurgicamente e salvargli la vita, ma la ferita è risultata fatale. Il palmese è morto dopo aver perso molto sangue.
Gli altri due, invece, sarebbero riusciti a fuggire. Sul posto hanno operato la Squadra mobile di Agrigento, la Scientifica e i carabinieri della sezione operativa e radiomobile. Sono ricercati anche gli altri due uomini. Poliziotti e carabinieri hanno attivato dei posti di controllo in più parti della città, soprattutto sulla statale 115 per Palma di Montechiaro. È probabile, infatti, che ad accompagnare Di Falco, siano stati due suoi compaesani. Le forze dell’ordine li avrebbero già individuati. La loro testimonianza potrebbe essere decisiva per dare un movente al tentato omicidio che si è trasformato, invece, nel delitto del trentottenne.
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