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L'omicidio di Licata: ecco il ruolo del bracciante ucciso nei due omicidi della faida di Palma

Il luogo dell'omicidio. Nel riquadro la vittima, Angelo Castronovo

Primi particolari emergono sull'omicidio di Angelo Castronovo, 65 anni, bracciante agricolo di Palma di Montechiaro, avvenuto lunedì sera in contrada Cipolla, a Licata. L'uomo è stato raggiunto dai killer mentre effettuava dei lavori di movimento terra con un camion su un appezzamento di terreno.

Sceso dal camion, è stato centrato probabilmente da un paio di colpi di fucile caricato a pallettoni che lo hanno raggiunto in varie parti del corpo, anche al viso, ma che non lo hanno ucciso. L’esecuzione è quindi continuata con altri due colpi di pistola mentre l’uomo cercava di raggiungere la strada. Quindi è stato «finito» con un colpo di pistola alla tempia.

L’uomo, liberato otto mesi fa dalla Corte d’Assisi di Agrigento che riteneva fossero venute meno le esigenze cautelari, era a processo con altre nove persone davanti ai giudici della Corte di Assise di Agrigento per la faida di Palma di Montechiaro, un conflitto tra due famiglie palmesi sfociato nel sangue.

La sua figura, rispetto alle altre, era peculiare. Era l’unico degli imputati a cui veniva contestata la partecipazione ad entrambi i fatti di sangue: l’omicidio di Enrico Rallo, 38enne ucciso a colpi di pistola a Palma di Montechiaro nel 2015 e quello di Salvatore Azzarello, 39enne bracciante agricolo freddato nell’agosto 2017 da un commando nelle campagne di contrada Burraiti mentre si trovava a bordo del suo trattore.

Angelo Castronovo venne arrestato nel 2019 nell’ambito dell’operazione congiunta di carabinieri e polizia Giano Bifronte. Il gip, applicandogli la misura cautelare in carcere, scrisse: «È la figura cardine, la costante delle due vicende in cui il suo ruolo è Giano Bifronte, amico degli uni contro gli altri ma, all’occorrenza, amico degli altri contro i primi». Per gli inquirenti non ci sono dubbi. Castronovo avrebbe fissato l'appuntamento fatale con Rallo nel 2015, non presentandosi e attirandolo nella trappola; sarebbe stato lo stesso Castronovo, quasi due anni più tardi, a informare Ignazio Rallo su dove trovare Azzarello.

L’inchiesta aperta viene coordinata dal procuratore capo di Agrigento, facente funzioni, Salvatore Vella, e dal pm Giulia Sbocchia. I Carabinieri nelle prossime ore sentiranno l’automobilista che ha trovato il cadavere sul ciglio della strada.

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