Il gup del tribunale di Agrigento, Micaela Raimondo, ha ratificato il patteggiamento - 2 anni di reclusione con la sospensione della pena - concordato fra i difensori, gli avvocati Luigi Troja e Giacomo La Russa, e il pubblico ministero Chiara Bisso a carico di Alfonso Cumella, 34 anni, imprenditore di Realmonte, accusato di avere investito e ucciso con la sua auto il migrante eritreo Sied Anwar, 20 anni, travolto nella notte fra il 3 e il 4 settembre del 2020 dopo essere fuggito dal centro migranti di Villa Sikania a Siculiana. Cumella era accusato di omicidio stradale con l’aggravante della fuga e lesioni colpose.
«A nome della famiglia di Anwar Siid - è stata la reazione di Mussie Zerai, chairman of Habeshia Agency - esprimiamo profonda delusione e amarezza per una decisione che non rende giustizia alla giovane vita di Anwar e al dolore dalla sua famiglia. La vita di un ragazzo di 20 anni anche se profugo quanto vale?». Habeshia punta l’indice non tanto sull’investitore quanto sul sistema. «Anwar - ha aggiunto Mussie Zerai - è stato ucciso anche da chi lo braccava e lo teneva bloccato a terra mentre sopraggiungeva l’auto che poi lo ha investito. Ci chiediamo perché non c'è traccia nel processo dalla corresponsabilità di tutti soggetti coinvolti in questa vicenda? Due anni di condanna per la morte di un ragazzo di 20 anni è un palese ingiustizia, non chiamare in causa tutti quelli che lo braccavano e il ministro dell’Interno è un altro palese ingiustizia in questo processo. La famiglia e tutte le associazione di profughi eritrei siamo decisi ad ottenere giustizia fino a rivolgendoci anche alla Corte Europea. Perché è stato ucciso un ragazzo di 20 anni che si chiamava Anwar Siid, non un cane o una bestia qualsiasi. Questa sentenza non rende giustizia anzi offende la memoria di Anwar e la sua famiglia».
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