Nove anni e sei mesi di reclusione per l'accusa di estorsione con metodo mafioso: i giudici della prima sezione penale, presieduta da Alfonso Malato, hanno condannato l'imprenditore Antonino Gagliano, 51 anni, di Siculiana, accusato di estorsione con metodo mafioso ai danni di un collega al quale, sostiene l'accusa, avrebbe imposto il racket.
Il pizzo, in entrambi i casi contestati, sarebbe stato imposto con lo stratagemma della fattura gonfiata che sarebbe servita a dare una giustificazione formale al pagamento.
La prima ipotesi di estorsione, aggravata dal metodo mafioso, contestata a Gagliano, riguardava la realizzazione di alcuni alloggi a Porto Empedocle. Gagliano aveva raggiunto un accordo col collega Carmelo Colletto al quale avrebbe fornito il calcestruzzo prodotto dalla sua impresa per delle opere di sbancamento.
L'articolo nell'edizione di Agrigento del Giornale di Sicilia
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