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Depurazione carente nell'Agrigentino, associazioni sul piede di guerra

«Su 440.000 residenti in provincia di Agrigento, 226.000 non sono serviti dalla depurazione delle acque reflue, pari a 12 milioni di metri cubi non trattati». Lo sostiene il presidente dell'associazione Etikos, Salvatore Licari che fa parte, assieme ad altre realtà associazionistiche provinciali del coordinamento «Titano» per l'acqua pubblica.

Per Licari, questo significa: «inquinamento delle falde acquifere, danni alla catena alimentare, danni tossicologici alla salute dell'uomo, inquinamento mare e coste». Poi si scaglia contro i sindaci: «I Comuni incaricati al controllo ed alla realizzazione delle opere dove sono? Rafforzino l'Ato idrico provinciale quale unica autorità per legge al governo del sistema idrico-depurativo, composto dai comuni e quindi dagli stessi sindaci».

Ed ancora: «Abbandonino speculari iniziative fuori da ogni previsione di legge di consorzi comunali già commissariati e pieni di debiti, e si pongano alla gestione con la azienda speciale consortile. Lo Stato, la Regione hanno stanziato dal 2012 oltre un miliardo e 300 milioni di opere per impianti depurazione: perché non li attivano i Comuni».

Attualmente sono fermi i finanziamenti per le reti idriche. 

L'articolo completo nell'edizione di Agrigento, Caltanissetta ed Enna del Giornale di Sicilia di oggi.

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