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Omicidio a Canicattì, c'è un testimone chiave: è il fratello della vittima

C'è un testimone oculare dell’omicidio verificatosi venerdì mattina in contrada Calici, a Canicattì. Si tratta di Gioacchino Sciascia Cannizzaro, fratello di Vincenzo, l’agricoltore di 68 anni ucciso con due colpi di pistola al volto.

Ed è stato il suo racconto ad essere decisivo per fare scattare il fermo del vicino di casa, Carmelo Rubino, 68 anni, che avrebbe fatto fuoco al culmine dell’ennesima lite legata a una servitù di passaggio contestata. Lo si evince dal provvedimento con cui il gip Luisa Turco ha convalidato il fermo del sessantottenne.

"Sono rimasto in mezzo al vigneto, tuttavia avevo la visuale libera e potevo vedere mio fratello che si avvicinava verso Carmelo Rubino che nel frattempo era sceso dalla macchina e che avevo riconosciuto. Ho visto mio fratello arrivare a circa due, tre metri da Rubino e ho visto Rubino alzare il braccio in direzione di mio fratello e contestualmente sentire due colpi da arma da sparo. Ho visto mio fratello cadere a terra - racconta agli inquirenti coordinati dal Pm Paola Vetro - mentre Rubino saliva in macchina e se ne andava". ANSA

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