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Migranti, i dati Unhcr:  ad ottobre -29% di arrivi rispetto a settembre

Sono 5.500 le persone sbarcate nelle coste italiane durante il mese

Migranti allÂ?interno dellÂ?hotspot di Lampedusa, gestito dalla Croce Rossa Italiana, Lampedusa (Agrigento), 14 giugno 2023. Sono 284 i migranti che, all'alba, risultavano essere ospiti dell'hotspot di Lampedusa dove ieri ci sono stati 8 sbarchi con complessive 193 persone. (Sbarco, trasferimento)ANSA/VINCENZO LIVIERIMigrants inside the Lampedusa hotspot, managed by the Italian Red Cross, Lampedusa (Agrigento), 14 June 2023. At dawn, 284 migrants appeared to be guests of the Lampedusa hotspot where yesterday there were 8 landings with a total of 193 people. ANSA/VINCENZO LIVIERI

Sono circa 5.500 le persone sbarcate sulle coste Italiane nel mese di ottobre, dato che rappresenta un decremento di circa il 29% rispetto al mese precedente che aveva registrato 7.685.

Nel mese di ottobre è stato recuperato, a bordo di un’imbarcazione partita da Tripoli, il corpo di un uomo siriano, probabilmente deceduto a causa di un malore. Tra gennaio e agosto gli arrivi erano stati, rispettivamente: 2.258 (gen.), 2.301 (feb.), 6.857 (mar.), 4.721 (apr.), 4.976 (mag.), 4.902 (giu.), 7.465 (lug.), 8.526 (ago.).

Lo fa sapere l’Unhcr spiegando che i migranti arrivati in Italia sono sono partiti da Libia, Tunisia, Turchia e Algeria. La Libia è stata il primo Paese di partenza, con il 65% circa di tutti gli arrivi via mare in Italia.

Circa l’85% delle persone arrivate ad ottobre sono sbarcate a Lampedusa. Altri porti di sbarco includono Crotone, Roccella Ionica, Pozzallo, Porto Empedocle, Lampione, Ravenna, Marsala, Salerno, Augusta, Bari e Carloforte.
Da inizio anno, le nazionalità di origine prevalenti sono state: Bangladesh (20%), Siria (19%), Tunisia (13%), Egitto (7%), Guinea (6%), Pakistan (4%), Eritrea (3%), Sudan (3%), Mali (3%) e Gambia (2%).

L’Unhcr, presente nei luoghi di sbarco, continua a sollecitare gli Stati «a potenziare risorse e capacità per adempiere efficacemente alle proprie responsabilità».

In particolare, rinnova «il suo appello alla collaborazione per rafforzare i meccanismi di ricerca e soccorso in mare e per promuovere un più ampio accesso a percorsi sicuri e regolari nell’Unione Europea per le persone in cerca di protezione internazionale».

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