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Il questore di Agrigento: «Le tende servono per i poliziotti e non per i migranti»

Ricifari ha parlato ai manifestanti di Lampedusa attraverso il telefono di uno di loro. E li ha anche avvertiti: «Bloccare la strada è un reato, mettetevi sui marciapiedi»

«Non si tratta della creazione di un nuovo hotspot, che invece è in fase di realizzazione a Porto Empedocle. Lampedusa è stata esclusa totalmente dal prefetto Valerio Valenti e dal prefetto di Agrigento Filippo Romano per la nascita di nuove strutture d’accoglienza». Lo ha detto il questore di Agrigento, Emanuele Ricifari, che in viva voce ha telefonato a uno dei manifestanti, Giacomo Sferlazzo, per spiegare cosa sta accadendo. A Lampedusa, infatti, l’ipotesi di una tendopoli ha scatenato la rivolta e un centinaio di persone, guidate dal vicesindaco leghista Attilio Lucia, sono scese in piazza ad hanno attuato un blocco stradale.

«Queste tende che verranno portate sull’isola - ha aggiunto Ricifari - sono per noi. Non abbiamo dove far dormire il personale, abbiamo bisogno quando c’è un fatto di questo genere di molto più personale», ha spiegato il questore. Ricifari ha garantito il suo arrivo sull’isola per domattina (17 settembre) e un incontro con gli isolani nella piazza della chiesa di San Gerlando.

«Non vogliamo gravare su Lampedusa che è già sovraccaricata. Una situazione che pesa anche su di noi - ha sottolineato il questore - . È meglio avere questa gente a Porto Empedocle per sgravare l’isola, riducendo gli sbarchi. Ieri, così come nei giorni scorsi, le navi militari hanno fatto da schermo e hanno raccolto ogni giorno 800-1000 persone che non sono arrivate sull’isola, portandole direttamente o a Pozzallo o a Messina o a Reggio Calabria. Al momento abbiamo 1.600 persone a Porto Empedocle». Ad ascoltare le parole del questore centinaia di isolani che, tramite Sferlazzo, hanno invitato il questore a recarsi a Lampedusa.

Ma il questore ha anche avvertito gli isolani: «Vi chiedo di lasciare passare i mezzi perché, teoricamente, quello che avete fatto stamattina è un reato». I lampedusani assiepati lungo via Vittorio Emanuele, quando hanno sentito queste parole, pronunciate al telefono dal questore, hanno iniziato ad urlare e a fischiare. Un comportamento che ha mandato su tutte le furie il questore.
«Se non mi ascoltano, li faccio sgombrare - ha detto il questore - . Vi chiedo l’educazione e la civiltà che hanno mostrato altri lampedusani in questi giorni, per cui il mondo vi sta applaudendo».
«Sto cercando di mantenere la situazione, senza che nessuno vada oltre. Veniamoci incontro», ha detto uno dei manifestanti, Giacomo Sferlazzo, raggiunto al telefono dal questore. La telefonata di 10 minuti si è conclusa con un suggerimento di Ricifari: «Mettetevi sul marciapiede e non in mezzo alla strada».

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