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Santa Margherita Belice, il circolo di FdI nel bene in parte confiscato: il caso finisce in Consiglio

Deborah Ciaccio, nipote di un condannato per mafia, chiede chiarezza sulla gestione dei patrimoni sottratti ai boss

Deborah Ciaccio parla in Consiglio comunale del caso che la riguarda in prima persona

Finisce in Consiglio comunale a Santa Margherita Belìce il caso del comitato elettorale di Fratelli d’Italia chiuso dal sindaco con una ordinanza dopo le polemiche suscitate dal fatto che parte dell’immobile era confiscato ad un condannato per mafia, Pasquale Ciaccio, zio del consigliere comunale di FdI Deborah Ciaccio. È stata proprio quest’ultima a intervenire ieri sera, 30 settembre, in Consiglio comunale per chiedere chiarezza sul perché nulla è stato fatto in tutti questi anni in materia di gestione dei beni confiscati, sollecitando che siano restituiti alla collettività.

«Sono stata accusata di aver fatto un circolo politico in un bene confiscato, accuse strumentali avvenute in campagna elettorale - ha detto Deborah Ciaccio -. Adesso, dopo il voto, invito tutti a prendere una posizione chiara e ad agire tempestivamente per la fruizione di questi beni attraverso i bandi per l’affidamento degli stessi».

«La lotta contro le mafie - ha concluso il consigliere di FdI - è per me un principio irrinunciabile del mio agire sociale e politico. Ognuno di noi ha una propria identità, le colpe dei padri non dovrebbero ricadere sui figli, figuriamoci sui nipoti. Ho sempre preso le distanze da una parentela non scelta, il mio impegno politico e sociale è sempre stato limpido ed animato dalla voglia di combattere ogni forma di cultura mafiosa, che ritengo causa del sottosviluppo della Sicilia».

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