«Politica del rinvio» quella adottata lunedì sera dalla maggioranza che sostiene il sindaco Vincenzo Corbo sulla reale situazione economico-finanziaria del Comune di Canicattì. Il presidente Mimmo Licata aveva dovuto convocare una seduta straordinaria su richiesta dei consiglieri comunali Sciabarrà, Cilia, Ficarra, Lalicata e Marchese Ragona. Sono state le relazioni di Sciabarrà, Cilia, Lalicata e Falcone della minoranza a fare la cronistoria di questa «Fossa delle Marianne» del bilancio di cui non si capisce ancora oggi l’entità.
Cuva, ex assessore e già consigliere della giunta Di Ventura, ha cercato di tirare fuori da ogni responsabilità la sua coalizione. «Prima - ha sostenuto - si potevano iscrivere in bilancio maggiori entrate per effettuare così maggiori spese», dimenticando che gli strumenti previsionali devono essere improntati alla prudenza e alla prevedibile veridicità. Assente l’intero Collegio dei revisori dei conti alla spicciolata i consiglieri di maggioranza hanno guadagnato l’uscita proprio quando Carmela Meli, funzionario dei Servizi Finanziari stava relazionando sull’argomento. È stato il segretario Cinzia Chirieleison, la cui nomina ancora non risulta nel sito istituzionale ancora fermo a due segretari fa, a far notare al presidente Licata la mancanza del numero legale. Alle 21 infatti erano presenti solo i consiglieri Sciabarrà, Licata, Cilia, Ficarra, Manna, Ferraro, Falcone, Lalicata ed Alessi. Al successivo appello delle 22 in seconda convocazione hanno risposto solo Federica Manna della maggioranza che ha presieduto la seduta e Fabio Falcone della minoranza e quindi tutti a casa. Problemi ed incertezze che si aggravano in questo fine anno e che tutti, cittadini ed amministratori, ritroveranno anche nel 2022 nonostante il sindaco Corbo abbia affermato: «Siamo fiduciosi di poter scongiurare il dissesto che graverebbe sull’economia di Canicattì e sui cittadini già pesantemente tartassati a tutti i livelli». (
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