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Indagine sull'ex sindaco di Agrigento, slitta la decisione del gup

Calogero Firetto

Slitta la decisione sulla richiesta di rinvio a giudizio del sindaco uscente di Agrigento Lillo Firetto che è imputato di falso in atto pubblico. Il gup Alessandra Vella ha accolto l’istanza di rinvio presentata dall’avvocato Salvatore Pennica. "Un verdetto prima dell’esito del ballottaggio si presterebbe a strumentalizzazioni, per questo - nell’interesse supremo della giustizia - chiedo un differimento", recitava l’istanza di rinvio dell’avvocato Pennica, nella veste di difensore di due revisori dei conti del Comune di Porto Empedocle (Ag).

Il procedimento è fermo all’udienza preliminare da mesi, ma Calogero Firetto, i prossimi 18 e 19 ottobre, tenterà di conquistare il suo secondo mandato: è infatti al ballottaggio con lo sfidante Franco Miccichè. L'ipotesi del pm Chiara Bisso è che sarebbero stati falsificati i bilanci dell’ente - fra il 2011 e il 2014, quando a capo dell’amministrazione c'era Firetto - per fare quadrare i conti ed evitare che scattassero le sanzioni di legge per gli enti che non rispettano il patto di stabilità. Nella lista degli imputati, oltre all’attuale sindaco del capoluogo, vi sono l’ex responsabile dei servizi finanziari del Municipio di Porto Empedocle Salvatore Alesci e 5 revisori dei conti che alternarono in quegli anni. Sono Francesco Maria Coppa, Rosetta Prato, Carmelo Presti, Enrico Fiannaca ed Ezio Veneziano.

L’inchiesta scaturì da alcuni accertamenti della Guardia di finanza. Sono quattro le ipotesi di falso in atto pubblico che vengono contestate a Firetto e si riferiscono alle attestazioni fatte nei bilanci che, in sostanza, sarebbero stati "gonfiati", inserendo fra le entrate la somma pagata dall’Enel a titolo di misure compensative per la realizzazione del rigassificatore (opera mai portata a conclusione), per fare in modo che venisse occultato un buco di circa 3 milioni di euro. Per gli stessi fatti sia Firetto che Alesci sono stati già assolti dalla Corte dei conti.

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