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Atti vandalici ad Agrigento, Firetto: "Vergogna, battaglia di civiltà che coinvolge tutti"

Calogero Firetto

Il sindaco di Agrigento non ci sta e così dopo gli ennesimi atti vandalici registrati in città sabato scorso, ha deciso di intervenire.

Nel week end sono stati rotti vasi e appiccati incendi. "Chi compie azioni contro la riqualificazione, contro la bellezza e il decoro, sappia che lo fa anche contro se stesso", ha detto Calogero Firetto.

Adesso, per il primo cittadino, si è superato il limite. "Gli atti vandalici compiuti all'Aster e in via Celauro, nelle ultime ore, così come altri avvenuti negli ultimi tempi in altre parti della città, sono nella migliore delle ipotesi azioni di autentica imbecillità. Dopo anni di totale abbandono questa amministrazione comunale assieme a tanti cittadini di buona volontà è riuscita a rendere gradevoli e suggestivi diversi angoli della città: l'ultimo di fronte al mare, a San Leone, attrattivo anche per i residenti dei comuni vicini e per i turisti. Una piazza Giglia completamente rinnovata e ancora neanche inaugurata".

E poi l'indignazione verso chi compie simili gesti. "Una sola parola: vergogna. Il decoro - continua - dipende dalla civiltà di chi vive gli spazi comuni e da una costante attività di controllo. Sono certo, pertanto, che l'attenzione del signor Prefetto e dei vertici delle forze dell'ordine, congiunta a quella della Polizia Locale, sarà massima. Vandali e imbecilli non pensino di farla franca. Tra l'altro è cresciuta esponenzialmente l'esigenza di maggiori interventi di ordine pubblico sul commercio abusivo e sulla vendita di merci contraffatte e perfino sulla somministrazione di alimenti e bevande. Decoro significa rispetto delle regole".

"Penso anche che rendere fruibili aree che erano regno di delinquenti e spacciatori sia un'operazione che richiede l'assistenza massima delle forze di polizia. Mi unisco allo sconcerto dei cittadini, sono molto amareggiato. Ma non basta indignarsi. Occorre  - conclude - una levata di scudi collettiva che vada oltre gli schieramenti, perché questa che dobbiamo vincere non è la battaglia di un Sindaco ma è una battaglia di civiltà che coinvolge tutti indistintamente".

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