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Il Comune di Raffadali pagherà la cooperativa che assiste i minori stranieri

Silvio Cuffaro

"L'obbligo dei Comuni di provvedere alle prestazioni socio-assistenziali e pagare le rette è previsto dalla legge e, in quanto tale, è implicito e vige anche se non esiste una specifica convenzione". Lo ha stabilito il giudice Beatrice Ragusa condannando il Comune di Raffadali a pagare 61.560 euro alla cooperativa "La mano di Francesco" che assiste diversi minori stranieri non accompagnati.

La comunità, rappresentata e difesa in giudizio dagli avvocati Angelo Sutera e Giuseppe Scozzari, regolarmente iscritta all'albo regionale per lo svolgimento dell'attività assistenziale, nel 2017, su disposizione del giudice tutelare, ha ospitato e assistito diversi minori nella struttura di Raffadali.

Per questa attività aveva presentato le fatture al Comune che si era rifiutato di pagarle sostenendo che non vi fosse alcuna convenzione fra l'ente e la comunità e che, in ogni caso, sussistevano dei problemi di contabilità che impedivano i pagamenti in quanto il ministero non aveva provveduto ad erogare i fondi destinati all'accoglienza. La vicenda, quindi, è approdata in tribunale per discutere il ricorso della coop.

L'ente, rappresentato dagli avvocati Luca Lo Bosco e Michele Mammone, ha ribadito di non avere alcun obbligo di provvedere al pagamento delle fatture «in quanto l'inesistenza di una convenzione non aveva consentito di assumere il relativo impegno di spesa». In soldoni, secondo l'ente, guidato dal sindaco Silvio Cuffaro, non erano stati messi da parte i soldi per pagare la coop perché non c'era alcun accordo scritto.

E poi, ancora, era stata eccepita l'inesigibilità della pretesa creditoria avversaria "rimanendo questa condizionata all'erogazione delle risorse da parte del ministero". In particolare era stato fatto notare che, per le attività svolte da settembre a dicembre, il dicastero dell'Interno non aveva provveduto a trasferire alla Prefettura di Agrigento i fondi necessari per procedere alle liquidazioni richieste.

Le argomentazioni, però, sono state bocciate dal giudice che spiega: "Costituisce circostanza pacifica e non contestata che l'associazione onlus “La Mano di Francesco” abbia accolto, nella propria struttura, i minori stranieri non accompagnati indicati dalla stessa che, nelle fatture allegate, ha anche specificato, per ciascun minore, il numero dei giorni di effettiva presenza per i quali ha chiesto il pagamento della retta".

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