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Trivelle, i pescatori di Licata: si perderanno 1.200 posti

LICATA. I pescatori pronti a dare battaglia contro le trivelle. Lo hanno detto domenica, in occasione della manifestazione contro l’Offshore Ibleo organizzata dal Movimento Cinque Stelle, e lo hanno ribadito ieri. L’intero settore, che dà lavoro a 1.200 persone, manifesta preoccupazione per l’installazione delle piattaforme al largo della costa licatese. “Ciò che ci preme sottolineare – dicono i rappresentanti della marineria licatese – è che a noi non interessano le questioni legate all’impegno di questo, piuttosto che di quel partito, ci interessa solo continuare a sottolineare che 1.200 persone perderanno il lavoro non appena saranno installate le trivelle per l’estrazione di gas e petrolio. Crediamo che ogni altra considerazione sia superflua”.

Il timore è che il mare di Licata, considerato la nursery per diverse specie ittiche del mediterraneo, si impoverisca ulteriormente, fino a non essere più una risorsa per i pescatori. Su questo punto, a più riprese, è intervenuto Dario Cartabellotta, commissario straordinario del Comune di Licata. “Un fatto è certo – sono le parole di Cartabellotta, che tra l’altro dirige anche il settore regionale Pesca Mediterranea – l’attività di estrazione di greggio e gas è assolutamente incompatibile con la pesca. Le nursery del gambero rosa e della triglia, ma anche di diverse altre specie di pesce, sarebbero destinate a scomparire. Perciò nel giro di poco tempo le risorse per i pescatori, non solo quelli di Licata, si esaurirebbero. E’ anche sulla scorta di questa considerazione che abbiamo presentato il ricorso al Tar del Lazio avverso la Valutazione di impatto ambientale positiva che il Ministero dell’Ambiente ha rilasciato all’Eni”.

 

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