Questa sera, alle 20,30, nella chiesa del Carmine, a Sciacca, sarà inaugurato l'organo a canne costruito negli anni ‘50, dalla ditta Schimicci di Palermo, e restaurato dalla bottega organaria Giuliano Colletti di Chiusa Sclafani, con i fondi Cei della Curia Arcivescovile di Agrigento, e col patrocinio del Senato italiano.
Il restauro è costato, complessivamente, 70 mila euro. L'organo è incassato nell'abside e le tastiere, compresa la pedaliera, sono mobili, grazie alla consolle a trasmissione elettrica. Si tratta ovviamente di tecnologie moderne, che hanno apportato innovazioni allo strumento.
Infatti, rispetto agli altri strumenti musicali rimasti ancorati alle costruzioni classiche, l'organo è fra i pochi strumenti in costante evoluzione. È nato nell'antica Grecia del III secolo a. Cristo già con una complicata meccanica relativa a canali di trasmissione dell'aria, che sfruttavano la pressione dell'acqua, da qui il nome organo idraulico. Da allora ad oggi l'organo a canne ha subìto mutamenti strutturali nonché fonici.
L'articolo nell'edizione di Agrigento del Giornale di Sicilia
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