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Agrigento, cinquemila visitatori per il "Salvator Mundi"

AGRIGENTO. Dopo aver "accarezzato" con la sua mano benedicente più di 5.000 persone in un mese, il Salvator Mundi di Gian Lorenzo Bernini lascia la chiesa del Santo Spirito di Agrigento e torna a Roma nella basilica di Santa Croce in Gerusalemme. Con un concerto del coro di Santa Cecilia è stata salutata due giorni fa l'ultima opera dell'artista fra i più rappresentativi del barocco romano in mostra nella città dei templi dove ha incontrato religiosamente il barocco siciliano di Giacomo Serpotta.

A promuovere l'iniziativa il ministero dell'Interno con il Fondo edifici di culto in sinergia con l'arcidiocesi di Agrigento, l'assessorato ai beni culturali della Regione Siciliana, la Soprintendenza ai Beni Culturali di Agrigento, il Comune e l'Unicredit. «Una bella esperienza - ha commentato il vice prefetto Giovanna Termini - che ha visto insieme arte, lavoro, pubblico. Tante ansie ma anche tante soddisfazioni. La soddisfazione più grande è stata quella di aver potuto ospitare il Salvator Mundi di Bernini in un contesto poco conosciuto per i più, questo bellissimo scrigno della chiesa del Santo Spirito. Il Salvator Mundi riparte e torna nella sua sede, la basilica di Santa Croce in Gerusalemme a Roma. Noi speriamo che questo sia solo l'inizio di tante altre occasioni, speriamo di poter organizzare altri eventi come questo per risvegliare il patrimonio artistico e monumentale che c'è ad Agrigento e metterlo insieme con quello che c'è nel nostro Paese».

 

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