Il gip del tribunale di Palermo Fabio Pilato ha sostituito la misura cautelare in carcere, eseguita ieri (11 luglio) nei confronti dell’ex responsabile della Protezione civile di Agrigento Maurizio Costa (nella foto), con quella degli arresti domiciliari. Accolta l’istanza presentata dal legale di Costa, l’avvocato Fabrizio Di Paola del Foro di Sciacca, che ha motivato la richiesta con lo stato di salute del suo assistito.
Coinvolto nell’indagine sulla famiglia mafiosa di Sciacca, che ieri ha portato a sette arresti (5 in carcere e 2 ai domiciliari), compreso quello di Costa, che è accusato di corruzione e falso. Tra le diverse contestazioni dei magistrati della Direzione distrettuale antimafia di Palermo, c’è anche quella di avere affidato, come dirigente della Protezione civile, l’intervento per l’allestimento dell’hub vaccinale nel comune di Sciacca ad un imprenditore edile, Giuseppe Marciante, nipote di Domenico Friscia. Quest’ultimo è considerato dagli investigatori il capomafia di Sciacca.
La difesa di Costa fa sapere che presenterà istanza al tribunale del Riesame per la revoca della misura cautelare, contestando la sussistenza degli indizi di colpevolezza e delle esigenze cautelari.
Costa è il super dirigente che ha avuto in mano la materia più scottante della galassia regionale. Ha 64 anni ed era stato chiamato dal governo Schifani a inizio febbraio del 2023 a dirigere uno dei dipartimenti più delicati del panorama regionale, quello che si occupa di acqua e rifiuti. E non è tutto: a Costa per un periodo è stato affidato ad interim anche il dipartimento Energia, quello che si stava occupando della predisposizione degli atti preparatori dei bandi per i termovalorizzatori (ancora non pubblicati). Costa era stato chiamato per questi incarichi dall’assessore Roberto Di Mauro, l’uomo di Raffaele Lombardo nella giunta regionale. All’assessorato ai Rifiuti era arrivato dopo una lunghissima carriera nella Protezione civile. In questo ambito aveva raggiunto l’apice quando gli fu affidata la guida della struttura nella provincia di Agrigento. La carriera di Costa sembrava lanciata verso mete prestigiose, ma la sua corsa alla Regione si è fermata qualche mese fa. Un problema di salute lo ha costretto prima a una lunga pausa e poi alle dimissioni. E non è un caso se la poltrona che ha lasciato è rimasta vacante a lungo, di nuovo assegnata ad interim e poi solo nelle ultime settimane affidata a un altro dirigente non di lungo corso: Arturo Vallone.
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