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Migranti, gli 11 cadaveri recuperati e sbarcati a Lampedusa, Di Leo: «Ci sono problemi di ordine normativo, umanitario e costituzionale sul soccorso in mare»

Il procuratore di Agrigento evidenzia in una nota le criticità in relazione all’ennesima tragedia nelle acque del Mediterraneo

I corpi senza vita di otto persone sono stati trovati su un barcone di migranti soccorso in acque Sar Maltesi da una motovedetta della Guardia costiera e approdato a Lampedusa, 03 febbraio 2023. Ci sono anche due dispersi. I 42 superstiti hanno riferito che sul barcone c'era una donna con il suo neonato di 4 mesi che, a causa del freddo, è morto durante il viaggio e la madre, per disperazione, lo ha gettato in mare. Un uomo s'è tuffato in acqua sperando di recuperare il corpo del neonato, ma sarebbe annegato fra le onde. Anche la madre del piccolo è morta poche ore dopo aver gettato in acqua il suo bambino. La Procura di Agrigento apre una inchiesta.GUARDIA DI FINANZA+++ ANSA PROVIDES ACCESS TO THIS HANDOUT PHOTO TO BE USED SOLELY TO ILLUSTRATE NEWS REPORTING OR COMMENTARY ON THE FACTS OR EVENTS DEPICTED IN THIS IMAGE; NO ARCHIVING; NO LICENSING +++ NPK +++

Il procuratore di Agrigento Giovanni Di Leo evidenzia in una nota «le plurime criticità di ordine normativo, umanitario e costituzionale sul soccorso in mare» in relazione all’ennesima tragedia dell’immigrazione che ha portato alla decisione amministrativa di trasferire 11 salme
di migranti recuperate in mare nel porto di Lampedusa, con un trasbordo in corso da una nave di una Ong su motovedette della
Capitaneria di Porto.

«Alla nave Ong - osserva Di Leo - è stato dato, secondo quanto comunicato dalla polizia giudiziaria, come porto di sbarco quello di Genova. Alla Procura di Agrigento, per i fatti commessi in acque internazionali finirebbe in questo modo per essere attribuita la giurisdizione sul caso, in relazione alla destinazione delle salme recuperate in mare aperto, che in quanto vittime del reato di favoreggiamento di immigrazione
clandestina, realizzerebbero i presupposti per affermare giurisdizione e competenza sul caso».

Il procuratore evidenzia tuttavia che «ogni accertamento sul caso medesimo tuttavia, dovrebbe attendere l’arrivo nel porto di Genova di tutte le persone informate (equipaggio, persone salvate ecc..), ed essere svolto ovviamente con delega a quella Autorità giudiziaria o alle forze di polizia. Allo stesso modo, la Procura di Genova, qualora volesse ritenere la propria competenza sul caso, dovrebbe svolgere gli accertamenti urgenti sulle salme sbarcate a Lampedusa, avviandoli dopo diversi giorni dal loro trasferimento a terra, e verosimile tumulazione».

Di Leo sottolinea inoltre che «l'isola di Lampedusa non è attrezzata per la conservazione di un così alto numero di cadaveri. Anche in questo caso, pertanto, non si comprende la scelta operata di farli sbarcare a Lampedusa anziché, ad esempio a Porto Empedocle, dove l’attracco della nave eviterebbe un trasbordo in mare».

«L'applicazione della legge penale, gli accertamenti previsti dal codice di procedura come obbligatori, la determinazione stessa della giurisdizione e della stessa competenza penale - conclude il Procuratore - non può, secondo Costituzione, essere rimessa a decisioni discrezionali dell’Autorità politico-amministrativa, ma soltanto alla legge stessa»

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