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L'omicidio di Angelo Castronovo, la svolta dopo un anno e mezzo: un arresto e raffica di perquisizioni

Oltre 70 i militari che all'alba, fra Palma di Montechiaro e Licata, hanno dato esecuzione al provvedimento siglato dal gip del tribunale su richiesta della Procura. In manette finisce Giuseppe Rallo

Svolta dopo 18 mesi dall’omicidio di Angelo Castronovo, un bracciante agricolo di 65 anni ucciso il 31 ottobre del 2022 nelle campagne dell’agrigentino. Un’ordinanza di custodia cautelare in carcere e decine di perquisizioni personali e domiciliari sono state eseguite all’alba, fra Palma di Montechiaro e Licata, dai carabinieri del comando provinciale di Agrigento.

Un indagato, Giuseppe Rallo, è stato arrestato, mentre altri - indagati a vario titolo - sono stati sottoposti a perquisizioni per cercare ulteriori fonti di prova per individuare eventuali complici. Oltre 70 i militari - coadiuvati dallo squadrone Eliportato Cacciatori di Sicilia, dal nucleo elicotteri e dal nucleo cinofili di Palermo - che hanno eseguito il provvedimento firmato dal gip del tribunale di Agrigento su richiesta della Procura. Il fascicolo d’inchiesta è stato coordinato dal pubblico ministero Giulia Sboccia e dal procuratore aggiunto Salvatore Vella.

Giuseppe Rallo è il cugino di Enrico Rallo che nel 2015 venne ammazzato nei pressi di un bar. Enrico Rallo fu la prima vittima della faida di Palma di Montechiaro.

Castronovo venne ucciso lungo la strada di collegamento fra Palma di Montechiaro e Licata. Contro di lui vennero esplosi 4 colpi d'arma da fuoco. L’uomo era stata colpito all’emitorace sinistro e all’avambraccio destro, per poi essere finito con un colpo al volto. Il movente dell’omicidio si ritiene possa essere inquadrato nell’ambito della faida tra le famiglie Rallo-Azzarello di Palma di Montechiaro culminata con l’omicidio di Enrico Rallo e Salvatore Azzarello e nella quale Castronovo si è trovato coinvolto. Un'esecuzione. L'uomo, in un primo momento accusato di due omicidi, era stato rinviato a giudizio per ipotesi di detenzione e porto illegale di armi. Il 30 luglio del 2020 era stato arrestato dalla squadra mobile di Agrigento nell'ambito dell'inchiesta su una faida che avrebbe provocato due omicidi.

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