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L'incidente sulla statale di Porto Empedocle, è morto in ospedale a Palermo l'insegnante di 43 anni

Carmelo Vella era stato trasferito al Civico in condizioni disperate. Donati gli organi

Ha lottato fino alla fine, ma dopo tre giorni le sue condizioni sono precipitate e si sono spente le speranze per Carmelo Vella, insegnante e architetto che era rimasto gravemente ferito in un incidente a Porto Empedocle. Aveva 43 anni, era stato trasferito all'ospedale Civico di Palermo in condizioni disperate: dopo l'accertamento della morte cerebrale, la famiglia ha dato il consenso per l'espianto degli organi. Un gesto die strema solidarietà e grande altruismo, nonostante il dolore per la perdita, che ora darà la possibilità ad altri pazienti di avere una vita migliore. Vella lascia la moglie e due figlie piccole. Tutta la comunità di Canicattì, dove l'insegnante abitava, ha pregato in questi giorni per lui, sperando nel miracolo. Ma le ferite riportate nel terribile impatto avvenuto sulla strada statale 115 non gli hanno lasciato scampo.

Lavorava alla scuola media di Sciacca, dove era molto amato e stimato per la sua professionalità e la dedizione verso lo studio e gli alunni. Il giorno della tragedia si trovava alla guida di una Renault Clio che si è scontrata con un’altra auto e un camion. Le sue condizioni sono apparse fin da subito disperate: dopo un primo ricovero all’ospedale San Giovanni di Dio di Agrigento, era stato disposto il tarsferimento in rianimazione, nella struttura sanitaria palermitana.

Sui social i messaggi di cordoglio per Carmelo Vella sono tantissimi: «Non ho mai imparato cosa si dice in questi casi, ma so che Carmelo Vella era un ragazzo buono - scrive Fabrizio - una persona perbene, un uomo capace, accorto, a modo, equilibrato, di molteplici qualità umane e intellettuali. Persona di rara educazione e sottile sagacia, ma una sequenza di coincidenze avverse e implacabili hanno compiuto la tragedia portandoci a questo triste epilogo. Sequenza fatta di attimi che a pensarci sembra d’impazzire poiché pochi minuti avrebbero cambiato il destino di un giovane padre, sarebbero bastati per mancare l’appuntamento con la malasorte: l’attimo fatale. Discutevamo spesso su cosa fosse la vita e la tua idea leggera, positiva e propositiva riusciva a sollevare le mie angosce. Quella leggerezza che è virtù, saggezza, comprensione, maturità che si traducono nell’essere uomo. Carmelo ha lasciato un vuoto in chi lo conosceva, un vuoto fatto di dispiacere, d’ingiustizia, di cordoglio, di rimpianto, di sofferenza, di rabbia, rancore per una persona che amava la vita. Riusciva a dare soluzioni per ogni problema con la misura della sue parole - prosegue il messaggio - con la sua saggia remissività, con la calma, la caratura della sua conoscenza e perizia. Carmelo amava vivere, amava le persone, la natura, l’arte, la letteratura, la scienza, la pittura, la musica. Una rara persona con cui potevi parlare di tutto e per ogni cosa aveva una parola di conforto mai banale, sempre con un suo punto di vista».

Chi lo conosceva ricorda i momenti spensierati trascorsi insieme e pubblica le foto delle giornate più gioiose: «Riposa in pace amico mio - scrive Salvatore -. Sei stato un grande in tutto. Della nostra amicizia ne farò tesoro, grazie di tutto, arrivederci professù». C'è anche un toccante messaggio da parte della scuola di Sciacca in cui Vella insegnava: «Per noi dell'istituto Arena, è difficile in momenti come questo, trovare parole che non siano di rito. Siamo scossi, ma affettuosamente vicini alla famiglia del nostro caro collega, il professore Vella».

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