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Agrigento, morto nella lite davanti alla concessionaria: fermate tre persone di Palma di Montechiaro

Il provvedimento arriva dopo lunghi interrogatori

Doveva, forse, essere un incontro chiarificatore. Fra i palmesi e l’agrigentino c’erano diatribe ed astio. Pare che la ragione della lite fosse stata la vendita di un’autovettura ma gli assegni dati per pagarla sarebbero risultati non esigibili perché scoperti. Nel piazzale della concessionaria «AutoXpassione», di Lillo Zambuto, all’ingresso del Villaggio Mosè, ad Agrigento, ieri pomeriggio, sono giunti i quattro uomini di Palma di Montechiaro per discutere col concessionario. La discussione è degenerata improvvisamente in una colluttazione e durante la rissa, da una pistola, è partito il colpo che ha centrato all’addome Roberto Di Falco giunto al Villaggio Mosè con gli altri tre uomini. Il tretottenne è morto poco dopo essere giunto al pronto soccorso del San Giovanni di Dio dove è stato portato proprio dalle persone con le quali era arrivato al Villaggio Mosè.

Per l’omicidio oggi (24 febbraio) sono stati disposti, dal pm Gaspare Bentivegna, 3 fermi. Gli, indagati, di Palma di Montechiaro, arrivati con la vittima ad Agrigento, sono stati trasferiti al carcere «Di Lorenzo».  È stato ritenuto che vi fosse il pericolo di fuga e di reiterazione del reato.

Stando alle indagini della Procura di Agrigento e della squadra mobile, pare che i palmesi abbiano tentato di uccidere il concessionario di auto ma per errore, è stato ucciso uno di loro. Anche Roberto Di Falco si occupava di commerciare in auto usate. Ai fermi si è arrivati dopo circa 12 ore di indagini, coordinate in prima persona dal procuratore Giovanni Di Leo. Attività investigativa, assai complicata e delicata, che è ancora in corso e quindi le prime risultanze non possono che essere relative. Domani, la Procura chiederà la convalida e poi lunedì tutto passerà nelle mani del giudice.

Per tutta la notte sono andati avanti, in questura, gli interrogatori di coloro che hanno assistito alla tragedia. Alcuni si sarebbero avvalsi della facoltà di non rispondere. Altri invece avrebbero rilasciato dichiarazioni spontanee. I racconti sarebbero però contrastanti, su alcuni punti addirittura diametralmente opposti. Sempre durante la notte, i poliziotti hanno passato in rassegna i video acquisiti dagli impianti di video sorveglianza della concessionaria, ma anche di altre vicine attività commerciali. Le telecamere non hanno ripreso tutto. La Scientifica, non appena giunta nel piazzale della concessionaria, ha repertato e sequestrato il bossolo dell’unico colpo di pistola esploso. Della pistola non c’è però nessuna traccia. L’arma è stata cercata per tutta la notte e per l’intera giornata.

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