Dalla cena, accompagnata da super alcolici, al massacro. Procura e carabinieri sono riusciti a ricostruire cosa è accaduto nella notte «maledetta», quella fra giovedì e ieri (5 gennaio), durante la quale sono state trucidate due cinquantenni romene, a Naro, nell’Agrigentino. E lo hanno fatto anche grazie alla «grande collaborazione offerta dalla comunità romena, composta da lavoratori e lavoratrici che vivono da anni in Italia», come è stato commentato dagli inquirenti subito dopo il fermo, per duplice omicidio e vilipendio di cadavere, del giovane romeno di 24 anni, Omar Edgar Nedelkov (nella foto al momento del fermo).
Giovedì sera, a casa della 58enne Delia Zarniscu, in via Vinci, c’è stata una cena accompagnata da super alcolici. Seduti alla tavola della donna, anche il 24enne romeno e un connazionale cinquantenne. Stando a quanto è stato ricostruito da inquirenti e investigatori, il giovane - preda del forte stato d’ebbrezza - avrebbe molestato la donna. Delia Zarniscu, respingendo le pesanti avance, avrebbe buttato fuori dalla sua abitazione i commensali. Durante la cena, almeno fino a prima che la situazione degenerasse, i tre romeni avrebbero parlato della 54enne connazionale Maria Rus. Fra i tre si sarebbe parlato del fatto che la donna (che non era alla cena in quella casa) era sola, ormai separata dal marito. Quando i due romeni - il 24enne e il 50enne - sono stati allontanati dalla casa di via Vinci, il più giovane si sarebbe diretto verso vicolo Avenia dove avrebbe bussato alla porta dell’abitazione di Maria Rus, mentre il cinquantenne si sarebbe diretto verso casa sua.
Maria Rus, senza nulla temere, avrebbe aperto la porta al giovane ubriaco. Non è chiaro, spetterà all’autopsia stabilirlo, se la donna abbia subito o meno un abuso o se vi sia stato o meno un rapporto consenziente. Stando alle ricostruzioni della Procura - del fascicolo si stanno occupando il sostituto procuratore Elettra Consoli e l’aggiunto Salvatore Vella -, il 24enne, secondo l’accusa, l’avrebbe massacrata: uccisa a botte e poi bruciata, utilizzando la poltrona che c’era nel salone di ingresso. Da vicolo Avenia, il giovane romeno ubriaco sarebbe tornato - la ricostruzione è stata fatta sempre da investigatori e inquirenti - in via Vinci, dove avrebbe sfondato la porta di ingresso e con «una ferocia inaudita» - per come è emerso fin dal primissimo sopralluogo nell’abitazione di via Vinci -, avrebbe trucidato anche la 58enne, spaccandole in testa tutto quello che è stato trovato: piccoli mobili, suppellettili e arredi.
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