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Per i migranti ci sono anche i barconi sicuri, ma si paga il doppio

La tariffa arriva fino a 8 mila dinari, più di duemila euro: aperte le indagini ad Agrigento dopo l’arresto di tre tunisini

Questura di Agrigento

Non soltanto pescherecci tunisini i cui equipaggi si trasformano in pirati ma anche motopesca che vengono utilizzati per le cosiddette «traversate di lusso», per le quali i migranti arrivano a pagare anche 8 mila dinari tunisini, 2.366 euro a testa, contrariamente alla media che è di 3 mila dinari (887 euro) o del costo più basso di 1.500 dinari (443 euro). Ed è stato un viaggio «di lusso», improntato alla massima sicurezza e senza stress per i migranti, quello che domenica 13 agosto ha portato al fermo, ad opera dei poliziotti della squadra mobile della questura di Agrigento assieme alla sezione operativa navale e ai militari della tenenza della guardia di finanza di Lampedusa, di tre presunti scafisti.

I tre tunisini di 51, 38 e 24 anni - tutti in carcere ad Agrigento e per i quali si attende la convalida dei fermi - sono indagati di favoreggiamento dell’immigrazione clandestina per aver procurato l’ingresso illegale di 31 migranti, partiti dalla Tunisia, a bordo del peschereccio Abouamer che li ha condotti fino alla zona contigua a sud di Lampedusa e poi, a poche miglia di distanza dalla costa, li ha trasbordati su uno dei gommoni che trainava. Sul peschereccio Abouamer, guardia di finanza e guardia costiera non hanno trovato neanche l’ombra di reti per la pesca, né nient’altro che potesse far pensare che l’equipaggio era impegnato in attività di pesca. Squadra mobile, fiamme gialle e capitaneria, nell’arco di 24 ore, hanno portato alla luce - fermando 9 tunisini complessivamente - due delle attività criminali, pirateria marittima compresa, che ruotano attorno al fenomeno dell’immigrazione clandestina gestito dalle organizzazioni criminali tunisine.

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