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La rissa all'hotspot di Lampedusa, diciottenne sudanese ferito trasferito in elisoccorso

Un funzionario della polizia: «Per sedare gli animi, ho cercato di dialogare»

È stato trasferito, con l’ elisoccorso del 118, il diciottenne sudanese che è rimasto ferito in maniera seria dopo la maxi rissa che è scoppiata, all’alba, all’hotspot di Lampedusa. Il giovane dall’infermeria della struttura di primissima accoglienza è stato prima portato al Poliambulatorio e poi, a causa del trauma cranico con ferita, è stato spostato all’ospedale San Giovanni di Dio di Agrigento. Non è in pericolo di vita.

Determinante, per placare gli animi dei circa 100 migranti coinvolti, è stato il funzionario della Questura al momento in servizio all’hotspot: il vice questore aggiunto Francesco Sammartino si è avvicinato ai partecipanti alla rissa ed ha cercato il dialogo. Seppur «armati» di grossi sassi e spranghe di ferro, i sudanesi coinvolti, molti dei quali minorenni, si sono fermati alla vista del poliziotto, che, con l’ausilio di Ignazio Schintu, direttore operazioni emergenze e soccorsi della Croce Rossa Italiana, è riuscito a riportare la calma fra le due diverse fazioni: sudanesi del Nord e del Sud.

«Ho fatto schierare i colleghi a distanza di sicurezza, lontani dalla sassaiola che ha colpito in testa o sul corpo alcuni ospiti dell’hotspot, non coinvolti nella rissa, poi ho cercato e trovato il dialogo - racconta il vice questore Sammartino -. I minori non accompagnati del Nord Sudan sono stati accusati di mancare di rispetto ai connazionali del Sud, questo ha fatto scoppiare la rissa».

I poliziotti della squadra mobile si stanno adesso occupando di esaminare le videoregistrazioni per identificare i migranti che hanno fatto scoppiare il caos.

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