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La cocaina ripescata nel mare di Lampedusa, scarcerati gli 11 fermati

Per gli indagati restano l'obbligo di presentazione alla polizia giudiziaria e l'obbligo di dimora: sono tutti lampedusani e 4 senegalesi

Niente carcere, ma obbligo di presentazione alla polizia giudiziaria e obbligo di dimora. Il gip del tribunale di Agrigento, Micaela Raimondo, non ha convalidato gli 11 fermi a carico degli indagati - tutti lampedusani e 4 senegalesi - dell’operazione antidroga «Zefiro“ fatta dai carabinieri mercoledì. Tanto con l’obbligo di presentazione alla pg, quanto con quello di dimora, il giudice ha ritenuto neutralizzato i rischi di fuga e reiterazione del reato, motivi per i quali era stato firmato, dal pm Giulia Sbocchia, il provvedimento di fermo di indiziato di delitto.

Solo Giovanni Blandina, a causa dell’età avanzata, era stato posto ai domiciliari. Tutti gli altri, in esecuzione del fermo, erano stati portati invece in carcere. Secondo il gip sussistono “gravi indizi di colpevolezza», così come il «pericolo di inquinamento probatorio». Vincenzo Di Maggio, Sana Sarr, Waly Sarr, Mbaye Ibrahima e Gningue Doudon dovranno presentarsi alla polizia giudiziaria tutti i giorni della settimana; Vincenzo Lo Verde, invece, due volte a settimana.

Obbligo di dimora nel comune di residenza per Vincenzo Barbera, Tony Sparma, Nicola Minio, Jacopo Blandina e Giovanni Blandina. L’operazione antidroga «Zefiro» dei carabinieri è stata la naturale prosecuzione del blitz «Levante» dello scorso febbraio. Blitz che era scattato in seguito all’arresto, fatto dai militari dell’Arma di Agrigento, di Ignazio Umberto Blandina che venne trovato in possesso, e fu il più grosso sequestro di droga mai fatto sull’isola di Lampedusa, di 25 chili circa di cocaina.

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