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Agrigento, archiviata l'inchiesta sull'imprenditore Vella: non ci fu corruzione

Lo stabilimento della Seap

È stata archiviata l’inchiesta nei confronti dell’imprenditore agrigentino del settore rifiuti Sergio Vella, definito estraneo ad ogni ipotesi di corruzione. Lo scorso novembre aveva subito l’interdizione dall’attività di impresa. Il tribunale del Riesame aveva subito annullato l'ordinanza cautelare. Ora il giudice per le indagini preliminari chiude il caso su richiesta della stessa Procura della Repubblica. Vella è  titolare di due aziende che si occupano di trattamento e smaltimento di rifiuti non pericolosi, Seap srl e Seap Depurazione Acque srl.

Secondo il pubblico ministero, infatti, «non sono stati acquisiti (né potrebbero diversamente acquisirsi) elementi sufficienti per esercitare proficuamente l’azione penale». Secondo le indagini l’accusa aveva ipotizzato che, in cambio di una «spinta» alle sue pratiche, l’imprenditore agrigentino dei rifiuti avrebbe fatto degli investimenti nelle società finanziarie del figlio di Marcello Asciutto, funzionario del dipartimento Rifiuti dell’assessorato regionale all’Energia. Vella rispose nel corso dell’interrogatorio di garanzia e fornì documentazione per dimostrare la sua estraneità alle contestazioni. Gli investimenti erano totalmente slegati dalla sua attività, che non aveva bisogno di alcuna autorizzazione da parte di Asciutto.

«La magistratura requirente e giudicante, accertata l’assoluta innocenza di Sergio Vella rispetto alle iniziali ipotesi di reato, ha manifestato - spiegano gli avvocati Giuseppe Grillo e Pasquale Contorno - di aver diligentemente applicato la legge, chiudendo quindi in maniera tombale la vicenda, chepur tuttavia ha arrecato disdoro alla reputazione dell’imprenditore agrigentino il quale, per tutelare l’immagine della propria azienda, pur non coinvolta dall’indagine, ed evitare problemi con la clientela, si era immediatamente dimesso dalla carica di amministratore».
«Resta intatta quindi l’immagine di Sergio Vella, definito dall’opinione pubblica come “imprenditore coraggioso” - concludono i legali - quando questi salì agli onori della cronaca nel 2009 per avere denunciato una richiesta di tangente dell’allora sindaco di Lampedusa».

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