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Migranti, il racconto dell'orrore: il neonato è scivolato in mare dalle braccia della madre ormai morta

Stasera soccorsi altri 32, nell'hotspot dell'isola in 459. La prefettura di Agrigento dispone il trasferimento per 80 persone

La nuova tragedia dei migranti

Sarebbero morti di fame e di freddo le vittime dell’ennesima tragedia dell’immigrazione avvenuta nel Canale di Sicilia. Otto cadaveri (5 uomini e 3 donne, una delle quali incinta) sono stati trovati su un barcone soccorso ieri sera da una motovedetta della Guardia costiera a 42 miglia da Lampedusa, in acque Sar Maltesi. Altre due vittime, tra cui un neonato, sarebbero annegate in mare. I superstiti hanno raccontato di essere partiti da Sfax, in Tunisia, la notte di sabato scorso dopo essere stati per mesi rinchiusi in una safe house di Mahdia. Durante la traversata, un neonato di appena 4 mesi e un giovane sarebbero caduti in mare annegando.
Straziante il racconto di chi ha assistito alla scena. Una giovane mamma ha perso i sensi ed è morta, mentre il bimbo che stringeva fra le braccia è finito in acqua annegando. Stessa sorte è toccato a un giovane che era svenuto.
A ricostruire la tragedia sono stati i 42 superstiti (uno è minorenne), visibilmente sotto choc: hanno raccontato che non mangiavano da giorni e che avevano anche finito l’acqua.
La Procura guidata da Salvatore Vella ha aperto un fascicolo a carico di ignoti per favoreggiamento dell’immigrazione clandestina e morte quale conseguenza di altro reato ed ha disposto l’autopsia sugli 8 cadaveri. Al momento le bare si trovano nella piccola camera mortuaria del cimitero di Lampedusa dove dal mse scorso ne erano state sistemate altre 4.

«È indispensabile, che le istituzioni si interessino a questa terra. Nella camera mortuaria ci sono 12 bare, ammassate una sopra l’altra. A vederle sembra proprio che nessuno si interessi e faccia niente - tuona il parroco di Lampedusa don Carmelo Rizzo - . Si parla, si parla, mentre si verificano tragedie su tragedie. Abbiamo bisogno di vicinanza concreta e non di parole».
Al parroco fa eco il sindaco Filippo Mannino: «Non abbiamo più risorse, non abbiamo personale, non abbiamo più le forze per far fronte a questa emergenza senza fine. Roma smetta di usare Lampedusa come pomo della discordia e assuma decisioni immediate. Il Comune non può più fronteggiare quest’odissea. Se Roma continuerà soltanto con le promesse, per avere risposte concrete ci rivolgeremo a Bruxelles». E aggiunge: «Ringrazio la Capitaneria e la Guardia di finanza che fanno un lavoro incessante e lodevole, salvando vite anche nella zona Sar Maltese dove ci sono altri che ignorano le richieste di soccorso e di aiuto...».
Accuse che aprono una nuova polemica sul fronte dei rapporti Italia-Malta. Il barcone nella mattinata di giovedì, era stato infatti avvistato da un peschereccio tunisino che aveva lanciato l’allarme, spiegando via radio che a bordo vi era probabilmente un cadavere.
Ma solo nel tardo pomeriggio le autorità de La Valletta hanno girato la richiesta al comando generale della Capitaneria di porto di Roma che ha inviato sul posto una motovedetta dove sono stati trasbordati sia i superstiti che gli otto cadaveri trasferiti a Lampedusa. Nel giro di poche ore sull’isola si sono registrati complessivamente 7 sbarchi, per un totale di 304 persone.

«Il Governo Meloni non ci lasci da soli a gestire quest’immane tragedia» è l’appello lanciato dal sindaco Mannino. E da Stoccolma, dove è in visita, la presidente del consiglio risponde: «Il tema fondamentale rimane la cooperazione: offrire alternative a chi va via, a chi scappa. Questo è un lavoro che l’Italia sta facendo, se lo facesse in modo più significativo l’Europa farebbe la differenza». Mentre il leader della Lega e vice premier Salvini mette le mani avanti: «Il decreto ong non cambia di una virgola» dice riferendosi alla richiesta del Consiglio d’Europa di ritirare o rivedere il provvedimento. «L’Europa invece di dar lezioni, aiuti l’Italia a non essere l’unico punto di approdo dei migranti».
La nave Sea Eye 4 sta, intanto, sta facendo rotta verso il porto di Pesaro dopo aver soccorso 109 persone, tra cui numerosi bambini.

Intanto altri 32 migranti, fra cui 6 donne e un minore, sono stati soccorsi dalla motovedetta G127 della Guardia di finanza nelle acque antistanti Lampedusa. Salgono così a 9 gli sbarchi, per un totale di 376 persone, dalla scorsa mezzanotte. All’hotspot di contrada Imbriacola le presenze sono salite a 459.
Per evitare che la struttura di primissima accoglienza si ingolfi, la Prefettura di Agrigento ha disposto il trasferimento di 80 persone che sono state già portate al porto.
Dopo l’arrivo domani all’alba a Porto Empedocle, 33 verranno trasferiti a Bari e 47 a Crotone. Sul nono barchino, ultimo soccorso in ordine di tempo, c’erano profughi originari di Costa d’Avorio, Guinea e Sierra Leone. I migranti hanno raccontato d’essere stati due giorni in safe house a Mahdia e di aver pagato da 2.500 a 3.000 euro per il viaggio.

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