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Far west Favara, il cardiologo ucciso: minacce e spintoni ai giornalisti

Il sindaco: "Siamo stanchi della violenza. Ai cittadini dico denunciate chi commette reati". Il colonnello dei carabinieri: "Abbiamo dato una risposta immediata"

Esterno dello studio di via Bassanesi a Favara, in provincia di Agrigento, in cui il cardiologo Gaetano Alaimo è stato ucciso mentre era al lavoro

Alcuni giornalisti di Agrigento e provincia, oltre alle troupe Rai, che si trovavano in via Bassanesi a Favara per documentare l’omicidio del cardiologo Gaetano Alaimo, sono stati minacciati e spinti da alcuni dei presenti, che sarebbero parenti e amici della vittima.
Nel tentativo di allontanare le telecamere al momento dell’arrivo del carro funebre sono stati colpiti due giornalisti televisivi a cui sono caduti gli occhiali per terra.

Intanto sulla vicenda è intervenuto il comandante provinciale dei carabinieri, il colonnello Vittorio Stingo, arrivato a Favara dopo l’omicidio del cardiologo Gaetano Alaimo. «Una tragedia ha colpito nel cuore la città di Favara a cui, nell’offrire cordoglio alla famiglia del cardiologo ucciso e alla popolazione tutta, abbiamo dato una risposta immediata raggiungendo il presunto autore dell’omicidio», ha detto  il militare. «In queste ore stiamo valutando, con l’autorità giudiziaria, la posizione di un soggetto che è stato trovato in possesso di un’arma clandestina - ha aggiunto il colonnello Vittorio Stingo -. Contiamo, in tempi brevi, di avere un completo quadro investigativo e restituire un po' di serenità a tutti i favaresi».

La comunità è sotto choc e lo testimoniano le parole del sindaco Antonio Palumbo.  «Solo questa mattina avevo preso posizione in seguito all’intimidazione subita da un imprenditore, la cui auto e il garage erano stati raggiunti da colpi di pistola, chiedendo collaborazione ai cittadini e ribadendo che Favara respinge ogni forma di violenza e sopraffazione. Ora un nuovo fatto di sangue funesta la nostra città, e ci lascia attoniti. Non ne conosciamo i motivi, se la violenza può averne, ma è nostro compito farci portatori della voce di tanti cittadini che sono preoccupati e stanchi. Serve un importante passo avanti da un punto di vista culturale, ma per farlo - l’amministratore è tornato a lanciare un appello - abbiamo bisogno, lo dico ancora una volta, dello Stato».

«Non è pensabile e accettabile che a Favara possano continuare a tuonare le pistole. Non intendo entrare nel merito delle ultime vicende, rispetto alle quali faranno spero presto chiarezza gli inquirenti, ma da primo cittadino tornerò a chiedere con forza una maggiore presenza dello Stato nella nostra città. C’è ancora troppa gente convinta che la violenza sia una lingua accettabile, e noi siamo qui a dire a tutti loro che non c’è più spazio a Favara per gente così», ha aggiunto commentando anche l’intimidazione, fatta a colpi di pistola contro l’auto e il garage, di un imprenditore edile. «Favara non vi vuole, - ha concluso il sindaco - Favara non può più permettersi di rimanere ancorata ad un’arretratezza culturale che genera a sua volta miseria, degrado, distruzione. Non posso quindi che invitare i cittadini alla collaborazione con le forze dell’ordine, in questo caso e in altri: denunciare chi commette reati».

 

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