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Agrigento, interdittive antimafia per due aziende di Marco Campione

La Prefettura di Agrigento

Due nuovi provvedimenti di informazione antimafia interdittiva sono stati emessi dalla prefettura di Agrigento nei confronti di due ditte di fatto gestite dall’imprenditore Marco Campione, ex patron di Girgenti Acque, la società che si occupava della gestione del servizio idrico e fognario dell’Agrigentino.
Le aziende colpite da interdittiva sono: la Giuseppe Campione S.p.a. e G. Campione di Michele e Fratelli S.n.c. (ritenuta, dalla Procura di Agrigento, la cassaforte dell’intero Gruppo Campione).
Le nuove interdittive colpiscono l’imprenditore Marco Campione a distanza di 2 anni dal primo provvedimento emesso dall’allora prefetto Dario Caputo e a distanza di pochi giorni dal sequestro preventivo di beni per 20 milioni di euro emesso dalla sezione Misure di prevenzione del tribunale Palermo.
Anche in quest’ultimo caso la richiesta di interdittiva, che era stata presentata al prefetto Maria Rita Cocciufa dalle forze di polizia, si fondava in larga parte sul materiale probatorio raccolto nel procedimento penale «Waterloo» che è in trattazione dinanzi al gup di Agrigento.

Sono 47 gli imputati nei cui confronti il pool di pm, coordinati dal procuratore facente funzioni Salvatore Vella, hanno chiesto, lo scorso luglio, il rinvio a giudizio. L’inchiesta «Waterloo» - il procedimento è in fase di trattazione dinanzi al gup di Agrigento Michela Raimondo - ruota attorno alla figura dell’imprenditore Marco Campione, ex presidente e «dominus» di Girgenti Acque, al quale si contesta di avere messo in piedi un sistema di corruzione a tutti livelli.
Nella lista degli imputati c’è anche l’ex prefetto di Agrigento Nicola Diomede, accusato di avere «salvato» Girgenti Acque da un’interdittiva antimafia. Professionisti, politici, uomini delle istituzioni e forze dell’ordine sarebbero stati a disposizione della Girgenti Acque e, in particolare del suo presidente Marco Campione, in cambio di favori e posti di lavoro per familiari, amici e amanti.
Era il giugno del 2021 quando, nell’Agrigentino, scattavano 8 fermi per i componenti del disciolto consiglio di amministrazione e dirigenti di Girgenti Acque. A vario titolo vennero contestati i reati di associazione per delinquere finalizzata alla commissione di reati contro la pubblica amministrazione, l’ambiente, la fede pubblica e il patrimonio.
Lo scorso venerdì, il sequestro preventivo di beni per 20 milioni di euro, aveva riguardato in particolare due società riconducibili di fatto a Campione: la «Campione industries» e la “G. Campione srl». Aziende che detengono, come compartecipazione, quasi il 52 per cento della fu Girgenti Acque oggi acquisita da Aica.

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