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Altri due sbarchi a Lampedusa con 174 migranti, hotspot al collasso

Un barchino (foto d'archivio)

Altri due sbarchi con 174 persone a Lampedusa. Direttamente a Cala Maluk è arrivato un barcone, partito da Sabrata in Libia, con 115 uomini originari di Etiopia, Marocco, Egitto, Pakistan, Sudan, Afghanistan e Bangladesh. La motovedetta Pv5 della Guardia di finanza, nel frattempo, ha soccorso, a 11 miglia dalla costa, una lancia di 10 metri con a bordo 59 egiziani e bengalesi. Anche questi due gruppi, dopo un primo controllo sanitario a molo Favarolo, sono stati portati all’hotspot dove gli ospiti sono arrivati a 1.783. Ottanta dei migranti, già identificati e sottoposti a tampone rapido per la diagnosi del Covid, sono stati imbarcati sul traghetto di linea che giungerà all’alba di domani (8 luglio) a Porto Empedocle.

Complessivamente sono sei gli approdi a partire da mezzanotte, per un totale di 260 persone. Una lancia libica, partita da Zuara, con a bordo 84 bengalesi, egiziani e pakistani, è stata bloccata, da una motovedetta della Guardia di finanza, a circa 15 miglia dalla costa. Un’altra motovedetta della Guardia costiera, a 22 miglia, ha invece soccorso un’altra imbarcazione, pure questa partita da Zuara, con a bordo 89 sudanesi, egiziani, eritrei e siriani. Fra loro anche 10 donne. Anche loro sono stati portati all’hotspot di contrada Imbriacola.

L'ex sindaco Martello: «Su Lampedusa sta calando il silenzio»

«Su Lampedusa sta calando il silenzio proprio mentre il sistema dell’accoglienza sull’isola, che fino a qualche settimana fa funzionava con regolarità, sembra essersi fermato. E nonostante ciò nessuno più alza la voce e richiede misure per il rispetto dei diritti umani e per tutelare la comunità locale». Lo ha detto l’ex sindaco, nonché capogruppo del Pd al consiglio comunale di Lampedusa e Linosa, Totò Martello. “Tutto questo - aggiunge - avviene mentre il presidente Draghi rilascia dichiarazioni preoccupanti: mettere in discussione il principio stesso di accoglienza umanitaria in Italia significa aprire la porta al ritorno di folate di odio e di intolleranza».

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