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Il delitto di Raffadali, Patronaggio: «Il malessere delle famiglie acuito dalla pandemia»

«Quelli che vengono definiti "gesti di follia" sono il portato di conflitti sociali che il "sistema" non è stato in grado di arginare»

Il procuratore di Agrigento Luigi Patronaggio

«I recenti episodi di tragica ed inaudita violenza avvenuti in questi giorni in provincia di Agrigento - il procuratore capo della città del templi, Luigi Patronaggio, dopo l’omicidio del ventiquattrenne di Raffadali ammazzato in piazza Progresso dal padre poliziotto - hanno evidenziato malesseri profondi all’interno della società e delle famiglie, acuiti dal grave isolamento provocato dalla pandemia e non adeguatamente contenuti da un sistema socio-sanitario-assistenziale non sempre pronto ad erogare idonei servizi alla collettività».

Un'analisi a 360 gradi quella del magistrato, la cui Procura a pochi giorni dall'inchiesta avviata sulla strage di Licata - dove un possidente agricolo ha ucciso il fratello, la cognata e i due nipoti minorenni per poi togliersi la vita -, si trova a dovere indagare su altro delitto in famiglia, inimmaginabile. «Troppo spesso quelli che vengono definiti "gesti di follia" - aggiunge Patronaggio, che coordina le indagini dei carabinieri - sono il portato di conflitti sociali e familiari che il "sistema", inteso in senso ampio e non escluso quello giudiziario, non è stato in grado di adeguatamente e legittimamente arginare e contenere».

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