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Contagi e ricoveri in aumento ad Agrigento: riapre il centro Covid all’ospedale San Giovanni di Dio

L'ospedale San Giovanni Di Dio di Agrigento

Contagi in risalita e ricoveri costanti. L’avanzare del virus preoccupa e manda quasi al collasso il Covid Hospital di Ribera. La direzione dell’Asp corre, dunque, ai ripari per garantire cure ed assistenza. All’ospedale San Giovanni di Dio la tregua, durata appena un mese, è finita. Ieri, infatti, ha riaperto i battenti il reparto Medicina 2 Covid, che per la seconda ondata pandemica è stato un importante punto di riferimento per il territorio agrigentino, avendo curato e guarito oltre 600 pazienti.

«La situazione è molto preoccupante – spiega il direttore sanitario Gaetano Mancuso - a causa di diversi cluster che si sono verificati a seguito di feste, banchetti e mancato rispetto delle regole. Focolai che non ci fanno stare tranquilli, nonostante la nostra sia la provincia che, in percentuale, ha vaccinato il numero maggiore, rispetto alla popolazione assistita e alle altre provincie siciliane. Non potendo prevedere l’evoluzione nelle prossime ore dei contagiati – aggiunge - dobbiamo necessariamente riaprire e garantire dei posti Covid anche ad Agrigento, per alleggerire Ribera e per pianificare l’assistenza ai pazienti che ne hanno necessità».

Diversi i pazienti affetti da Covid e con complicazioni che ieri, nella prima giornata di riapertura, sono stati ricoverati e subito accolti dal personale sanitario del reparto Medicina 2 Covid, guidato dalla dottoressa Giusy Mira. L’Ospedale di Agrigento non ha fatto in tempo a riprendere il normale assetto che ha già dovuto fronteggiare una nuova ondata di contagi. «Abbiamo sempre monitorato la situazione - sottolinea Mancuso - e considerato l’andamento e la diffusione del virus abbiamo garantito assistenza ai degenti, pur non avendo riaperto Medicina a pieno regime. Oggi questo ci permette di riattivare il reparto Covid con maggiore celerità. Dobbiamo affrontare una emergenza preoccupante con tutte le risorse a disposizione».

Medici, infermieri e personale sanitario e parasanitario nuovamente in prima linea nella lotta al Coronavirus. «Abbiamo già a disposizione il personale che era in area Covid e stiamo incrementando ulteriormente il reperimento di sanitari in modo da potere eventualmente fronteggiare numeri più consistenti. La battaglia non è vinta – conclude il direttore sanitario – le uniche armi che abbiamo a disposizione sono il vaccino, la prudenza e i dispositivi di sicurezza»

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