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Massacrò la nipote a calci e colpi di chiave inglese: condannato per tentato omicidio ad Agrigento

Massacrata a pedate al volto e in testa con le scarpe anti-infortunistica e presa a colpi di chiave metallica dallo zio perché aveva restituito in ritardo le chiavi dell’auto di famiglia e, in quanto donna, lo riteneva un comportamento inaccettabile. Driss El Ouafi, marocchino di 47 anni, residente in città, è stato condannato pure in appello per l’accusa di tentato omicidio.

La pena inflitta dalla Corte - 6 anni, 5 mesi e 10 giorni di reclusione - è leggermente inferiore ai 6 anni e 8 mesi inflitti in primo grado dal gup di Agrigento Alessandra Vella perché per l’accusa di minaccia, in seguito al ritiro della querela, è stato disposto il non doversi procedere. Il marocchino, l’11 luglio del 2019, era stato arrestato dopo avere brutalmente pestato la nipote ventunenne al ritorno a casa.

La ragazza fu picchiata con gli scarponi con la punta metallica al volto e, dopo il suo tentativo di rialzarsi, sarebbe stata colpita dallo zio con una chiave metallica, di quelle usate per smontare le ruote, alla testa e al collo. L’aggressione, interrotta da un passante in piena notte, è avvenuta in contrada Cannatello, dove abitavano.

La ragazza, in seguito, sarebbe stata pure minacciata di morte. Il difensore dell’imputato, l’avvocato Riccardo Gueli, dopo che il gip ha disposto il giudizio immediato, ha scelto la strategia del rito abbreviato che ha comportato, quindi, la riduzione di un terzo della pena. L’accusa di avere portato l’arma impropria fuori dalla propria abitazione, era stata già esclusa al processo di primo grado.

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