«Ci sono poi dei gruppi detti “famigliedde” composti da soggetti che non sono affiliati a cosa nostra ma che sono comunque a disposizione della nostra organizzazione nel senso che ad esempio ci favoriscono nella ricerca di covi per latitanti come è avvenuto nel mio caso». L’ex boss Maurizio Di Gati, capo di cosa nostra agrigentina nei primi anni Duemila, prima di perdere il suo confronto personale con Giuseppe Falsone, racconta agli inquirenti le articolazioni storiche della mafia agrigentina e dei suoi potenziali rivali.
Ed è un racconto particolarmente interessante, quello fatto durante le indagini che hanno portato all’operazione antimafia Oro bianco, perché il clan palmese di Rosario Pace sarebbe stato catalogato come «Paracco», ovvero una cosca parallela sia a Cosa nostra che alla Stidda. L’ex boss, in ogni caso, si sofferma sulle «famigliedde» di Favara, collegate - per il tramite di Giuseppe Blando - al Paracco.
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