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Accusato di abusi dalla figlia, bracciante di Canicattì si difende: non l'ho mai toccata

Ha respinto ogni accusa dicendosi basito e di non sapersi spiegare il perché di quell’infamante racconto ai carabinieri ed ai magistrati da parte della figlia più piccola che finisce per farlo apparire come un orco degenere. Ieri mattina il bracciante agricolo di 50 anni di Canicattì in carcere da lunedì sera con l’accusa di violenza sessuale alla figlia tredicenne ha respinto ogni accusa.

«Non ho mai toccato mia figlia figurarsi violentata. Non so perché ma mia figlia si sia inventata tutto. Mi sembra un incubo». Ad ascoltare il racconto dell’uomo che è più volte scoppiato in un irrefrenabile pianto di rabbia dolore e mortificazione il Gip Alessandra Vella il sostituto procuratore Gloria Andreoli e l’avvocato di fiducia Angela Porcello.

All’uomo sono state ribadite le accuse mosse dalla figlia che ha riferito prima ai carabinieri e poi al magistrato titolare dell’inchiest a tre episodi di violenza sessuale. Tutti avvenuti quest’anno e quando in casa non c’era nessuno oltre alla presunta vittima e a questo padre dipinto come un orco.

L'articolo completo nell'edizione di Agrigento-Caltanissetta-Enna del Giornale di Sicilia. 

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