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Usura a Canicattì, le vittime denunciano e si costituiscono parte civile ad Agrigento

Un importante segnale per imprenditori e commercianti. Sos impresa Sicilia si costituisce parte civile contro i due fratelli imputati di usura e tentata estorsione ai danni di alcuni imprenditori di Canicattì, in provincia di Agrigento.

«La volontà delle vittime di denunciare e di costituirsi parte civile nel processo è un importante segnale a tutti gli imprenditori e commercianti della provincia di Agrigento affinchè, sostenuti dallo Stato e dalle Associazioni antiracket e antiusura, riconquistino il proprio diritto a fare impresa senza condizionamenti criminali», afferma Sos impresa Sicilia.

Gli interessi usurari richiesti erano pari al 10 per cento mensile e il danno subito dalle parti offese ammonta a diverse decine di migliaia di euro. Gli imputati si trovano attualmente uno agli arresti domiciliari, l’altro nel carcere di Agrigento.

Le indagini sono state condotte dal pm Elenia Manno e dai carabinieri del Comando provinciale di Agrigento e dalla Compagnia di Canicattì. Il giudice dell’udienza preliminare, Stefano Zammuto, ha accolto la costituzione di parte civile di due imprenditori vittime (difese dall’avvocato Calogero Meli del Foro di Agrigento) e dell’associazione antiracket e antiusura Sos impresa Sicilia, presieduta da Matteo Pezzino (avvocati Fausto Amato e Natalija Bukumirovic di Palermo).

All’udienza preliminare, tenuta al tribunale di Agrigento, erano presenti in segno di vicinanza alle vittime: il vice presidente nazionale di Sos impresa, Pippo Scandurra; il coordinatore regionale della Rete per la Legalità, Pippo Foti; l’imprenditore Eugenio Di Francesco che, dopo l’uccisione del fratello Piero, ha animato il movimento antiracket a Riesi e in provincia di Caltanissetta.

L’udienza è stata rinviata al 24 luglio per l’interrogatorio dell’imputato detenuto e la scelta del rito del processo.

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