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Migranti umiliati e percossi dopo la fuga ad Agrigento, console tunisino in Questura

Il console tunisino Jalel Ben Belgacem e l’addetto sociale Jaballah El BKhairi, dopo avere appreso dell’inchiesta a carico di un agente per le percosse e le umiliazioni subite come «punizione» per un tentativo di fuga, sono andati in Questura, ad Agrigento, accompagnati dall’avvocato Leonardo Marino, per acquisire informazioni sulla vicenda.

«Il console - spiega il legale - dopo il grande clamore mediatico sollevato attorno al caso ha voluto attivarsi in maniera istituzionale per acquisire informazioni. Abbiamo avuto un primo incontro molto cordiale con il capo di gabinetto del questore, cercheremo di entrare nel procedimento».

Nelle scorse ore è circolato pure il video dell’episodio, girato col telefonino, e denunciato alla Questura - sembrerebbe - da un’assistente sociale. La segnalazione, secondo quanto spiegato ieri dalla stessa Questura, è stata indirizzata in Procura.

Il pubblico ministero Cecilia Baravelli ha aperto un’inchiesta, ipotizzando il reato di abuso dei mezzi di correzione, e chiesto al giudice l’incidente probatorio per acquisire la testimonianza di cinque giovanissimi migranti tunisini, fra cui i due che sarebbero stati percossi e costretti a schiaffeggiarsi fra loro dall’agente come punizione perchè erano fuggiti dal centro di contrada Ciavolotta durante la quarantena anti-Covid.

Intanto il gip Alessandra Vella, questa mattina, ha fissato l’incidente probatorio, già disposto nelle scorse ore, che si celebrerà mercoledì pomeriggio. I migranti saranno interrogati dallo stesso gip, dal pm e dal difensore del poliziotto indagato, l’avvocato Daniela Posante. (AGI)

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