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Terapia intensiva, esclusa Canicattì: i sindaci scrivono al governatore

L'emergenza sanitaria da Covid 19 ha messo in evidenza le gravi carenze ed i ritardi infrastrutturali e logistici che si registrano nel distretto socio sanitario D3 di cui è capofila il comune di Canicattì.

Dopo la mancata attivazione dei posti letto di terapia intensiva all'ospedale Barone Lombardo, l'unico rimasto tagliato fuori sui 5 presidi agrigentini in cui saranno attivati 7 posti letto, i sindaci del distretto hanno scritto all'azienda sanitaria provinciale. E per il momento hanno ottenuto la terapia sub intensiva.

«Apprendiamo con tristezza e tanta rabbia del contenuto della nota ufficiale indirizzata ai direttori medici dei presidi ospedalieri provinciali con la quale, sostanzialmente e praticamente, la Regione abbandona a se stessa la nostra città, il nostro ospedale e tutto l'hinterland - scrive il sindaco Ettore Di Ventura. Una nota che avremmo voluto, anzi immaginavamo che avrebbe avuto un carattere ben diverso, anche in virtù della missiva che solo pochi giorni fa, io e gli altri sindaci del distretto, abbiamo indirizzato anche a Lei. Immaginavamo un provvedimento rassicurante per la popolazione, che invece ha ottenuto il risultato esattamente contrario. Non riusciamo a comprendere quali possano essere state le valutazioni alla base di tali decisioni. E non vogliamo neanche pensare che ci possano essere state valutazioni di carattere politico. Decisioni che hanno lasciato l'ospedale di Canicattì, e quindi tutta la popolazione ad esso afferente, senza alcun posto di Terapia Intensiva».

L'articolo nell'edizione di Agrigento del Giornale di Sicilia

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