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Violenza e lesioni sulla moglie islamica, medico di Agrigento giudizio

Costringeva la moglie, islamica, di 32 anni più giovane, a fare sesso nelle ore del giorno durante il Ramadan, facendole violare le regole del suo credo religioso. Con questa accusa, fra le altre, un medico di Agrigento di 65 anni, è stato rinviato a giudizio per le accuse di violenza sessuale, lesioni aggravate, porto ingiustificato di arma fuori dalla propria abitazione e maltrattamenti con l'aggravante dell'odio razziale.

Il medico avrebbe maltrattato la donna, aggredendola fisicamente e verbalmente, vessandola, umiliandola e impedendole di professare liberamente il suo credo religioso. In particolare, secondo quanto ipotizzato dal pubblico ministero Elenia Manno, titolare dell'inchiesta, l'avrebbe denigrata e minacciata, aggredendola fisicamente e «costringendola a rinunciare ai riti della propria religione islamica, continuamente da lui denigrata».

L'imputato, attualmente in servizio in un poliambulatorio della provincia, inoltre, le avrebbe imposto di avere rapporti sessuali anche nel periodo del Ramadan, nonostante la ferma opposizione della donna. Al medico, difeso dall'avvocato Fabio Inglima Modica, vengono contestate anche due ipotesi di lesioni aggravate per due episodi che sarebbero avvenuti gli scorsi 10 maggio e 11 settembre.

L'articolo completo nell'edizione di Agrigento, Caltanissetta ed Enna del Giornale di Sicilia di oggi.

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