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Chiede di essere scarcerato per il coronavirus, richiesta rigettata per Nicosia

No alla scarcerazione per l'emergenza Coronavirus per Antonello Nicosia, ex assistente parlamentare, finito in carcere con l’accusa di associazione mafiosa. Il gip di Palermo, Annalisa Tesoriere, ha rigettato la richiesta della difesa del 48enne di Sciacca che avrebbe strumentalizzato il suo incarico istituzionale per entrare nelle carceri e veicolare all’esterno i messaggi dei boss.

L’avvocato Salvatore Pennica, che dopo l’avviso di conclusione delle indagini fatto notificare dalla Dda, ha sollecitato un interrogatorio del suo assistito, aveva chiesto al giudice di tenere in considerazione l’eccezionalità degli eventi e tutelare la salute dell’indagato, detenuto al carcere di Voghera, città dove è scattata una totale emergenza sanitaria legata al coronavirus.

Il legale aveva rappresentato pure «l'isolamento della corrispondenza» in seguito alla chiusura dell’ufficio postale del penitenziario. Alla richiesta si era opposto, dando parere contrario, il pm Francesca Dessì. Il giudice ha rigettato la richiesta sottolineando che «non si tratta di un’ipotesi che lo prevede ma di una circostanza che, al massimo, può essere valutata dal dipartimento dell’amministrazione penitenziaria per un trasferimento da un istituto all’altro».

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