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Scala dei Turchi, interdetto l'accesso fino ad aprile

I massi sono finiti anche a mare

Stop all'accesso alla Scala dei Turchi per tre mesi. La decisione arriva dopo i crolli di rocce e detriti in un’area del versante Ovest della Scala dei Turchi.

In un nota sta scritto che "a seguito di crolli di rocce e detriti" e "delle determinazioni assunte dall’Autorità di Bacino, Distretto Idrografico della Sicilia, Servizio 2, Assetto del territorio, con nota del 02-01-2020, con cui, dopo un esame della natura morfologica, litologica e giaciturale della estremità della Punta Majata e le testimonianze in remoto (fotografie da satellite, aeree e da drone) disponibili, viene proposto un aggiornamento del PAI, includendo nell’area in dissesto per crolli l’intera scogliera, il sindaco Calogero Zicari, con ordinanza n. 2 del 08-01-2020, ha disposto l’interdizione all’accesso della Scala dei Turchi (Punta Majata), finalizzata alla tutela della pubblica incolumità".

La limitazione ha la durata di tre mesi, tempo che dovà "servire per attivare un tavolo tecnico in grado di effettuare uno studio più approfondito della questione e proporre/attivare eventuali interventi di messa in sicurezza dell’area e mitigazione del rischio crolli".

"Della questione - sta ancora scritto nella nota - sono già a conoscenza i vertici della Regione Siciliana, che, con estrema celerità si sono attivati per la risoluzione della problematica, la Prefettura  di Agrigento e gli uffici preposti alla salvaguardia, controllo e tutela del territorio a cui è stata inviata l’ordinanza".

Intanto, attraverso un'altra nota, Mareamico ha voluto ringraziare ringrazia il Presidente della Regione Musumeci "per la sensibilità istituzionale mostrata nell’aver raccolto il nostro grido di allarme sulla grave situazione della Scala dei Turchi, convocando immediatamente una riunione, a palazzo d’Orleans".

"Il Presidente ha capito benissimo quali sono i problemi della Scala dei Turchi - prosegue -: i mancati controlli dell’enorme flusso di visitatori, i rischi connessi alla pericolosità oggettiva del sito, le ricorrenti frane e la vicenda legata alla proprietà della scogliera.
La Regione ha il dovere di proteggere questa bellezza paesaggistica e l’unico percorso per tutelarla dovrebbe essere quello di espropriare il bene! Avendo acquisito la titolarità della scogliera si potrà proseguire con ulteriori interventi di salvaguardia e messa in sicurezza nel settore ovest, che crea le maggiori preoccupazioni".

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