Gli inquirenti l'hanno chiamata «operazione Fortino» perché i pusher del centro storico di Favara, per sviare le forze dell'ordine, avrebbero utilizzato persino un jammer per disturbare le eventuali intercettazioni dei carabinieri e, inoltre, per allontanare i sospetti ed evitare i controlli, si sarebbero serviti della presenza di bambini.
Adesso, i cinque indagati vanno tutti a processo senza neppure passare dall'udienza preliminare. Il gip Luisa Turco, accogliendo la richiesta del pubblico ministero Paola Vetro, ha disposto il giudizio immediato.
Sul banco degli imputati andranno il ghanese Abass Bukary di 25 anni e quattro favaresi: Salvatore Stagno, 46 anni; Emanuele Di Dio, 41 anni; Rosario Crapa, 30 anni e lo zio Massimo Crapa, 45 anni. La strategia processuale adottata dai difensori, gli avvocati Antonio Bordonaro, Salvatore Cusumano e Salvatore Maurizio Buggea, è stata quella di chiedere il giudizio abbreviato.
La prima udienza è stata fissata, davanti al giudice Alessandra Vella, il prossimo 8 febbraio.
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