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Mare Jonio, il Viminale: "Sbarcheranno donne e bambini"

Sì allo sbarco dei bambini dalla Mare Jonio, assieme alle donne e alle persone malate. L’odissea dei 22 piccoli naufraghi a bordo della ribattezzata 'nave dei bambini0 - tutti sotto i dieci anni di età, tra cui alcuni neonati - volge al termine. A dare il suo ok, uno degli ultimi provvedimenti da ministro, è stato Matteo Salvini, che però ha confermato il divieto di ingresso e sbarco all’imbarcazione della ong Mediterranea, che - spiegano dal Viminale - «non rispetta le leggi e in modo preordinato provoca lo stato di necessità a bordo per sbarcare in Italia».

La nave, che resta quindi in acque internazionali vicino a Lampedusa, ha salvato complessivamente 99 migranti e, oltre ai 22 bimbi, anche 16 minori non accompagnati. A firmare il divieto di sbarco erano stati anche i ministri Toninelli e Trenta. Ma è stata proprio quest’ultima a sottolineare «il sacrosanto diritto di bambini, donne in gravidanza, ammalati o persone in difficoltà di essere soccorsi e poter sbarcare, perché a fianco del decreto Sicurezza sono vigenti, per fortuna, norme che lo impongono».

Ma dalla Mare Jonio continuano gli appelli affinché sia concesso alla nave un porto sicuro e il riparo sotto costa, visto il maltempo al largo, che provoca ondate e mare grosso.

L'altra imbarcazione in difficoltà nel Mediterraneo con migranti a bordo è la Eleonore, della ong tedesca Lifeline, ora vicino a Malta: «A causa della ristrettezza, il ponte non può essere pulito. Il rischio di infezione aumenta, specialmente quando le persone diventano sempre più deboli», spiegano gli attivisti sulla Lifeline, un’imbarcazione minuta su cui si trovano al momento 101 persone. Anche per loro vige lo stop in acque italiane, firmato nei giorni scorsi dai tre ministri. E resta aperto, ma solo dal punto di vista giudiziario, il caso Open Arms scoppiato già alcune settimane fa, quando l'imbarcazione dell’ong spagnola - di cui è stato convalidato il sequestro, ma che è stata riconsegnata agli attivisti - attese nel Mediterraneo per 19 giorni un porto sicuro, dove far sbarcare i migranti che aveva salvato.

«E' in arrivo un’altra indagine contro di me per sequestro di persona per il caso Open Arms. Nessun problema, nessun dubbio, nessuna paura», scrive su twitter il ministro dell’Interno.

Ma per Salvini, sul fronte migranti, arriva anche un plauso. A scrivere al titolare del Viminale, ringraziandolo per il suo operato, è il premier ungherese Viktor Orban. Nella lettera Orban ha manifestato, riferendosi al ministro, l’«altissima stima e gratitudine per tutto il lavoro che Lei ha svolto per l'Italia e per l’intera Europa, tra cui anche per l’Ungheria». E soprattutto per aver voluto impedire «il flusso incontrollato di immigrati in Europa».

«Indipendentemente dai futuri sviluppi della politica interna italiana e dal fatto che apparteniamo a gruppi parlamentari europei diversi - ha aggiunto Orban nella lettera - , La consideriamo come un compagno di battaglia nella nostra lotta per fermare l’immigrazione e per preservare il patrimonio cristiano europeo».

Del parere opposto il capogruppo Pd a Montecitorio, Graziano Delrio, che a proposito di un eventuale accordo con il M5S per una profonda revisione o cancellazione dei decreti sicurezza promossi Salvini, spiega: «Sui migranti bisogna partire da una nuova legge quadro che contempli flussi regolari».

Dai soccorsi in mare al supporto delle ong dal cielo. L’Ente Nazionale per l’Aviazione Civile è intervenuto in merito ai due velivoli, il Colibrì e il Moonbird, utilizzati dalle Ong per segnalare le imbarcazioni di migranti nel Mediterraneo e a cui sarebbe stato negato il permesso di decollo dagli scali italiani. «Il Colibrì non può fare pattugliamenti, può essere impiegato esclusivamente per le attività proprie di un aeromobile autocostruito, ovvero quelle di tipo ricreativo. Dal Moonbird, invece, aspettiamo di visionare la documentazione richiesta», spiega l’Enac.

(ANSA)

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