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Rifiuti nella periferia di Agrigento: controlli sempre più difficili

Umido sì? O umido no? E la plastica? Va messa in mastello, davanti casa, oppure no? Per diversi giorni, ad Agrigento, non ci si è chiesto altro e a regnare sovrana è stata la confusione. Negli ultimissimi giorni, non sembrano esserci problemi di conferimento e il calendario non ha subito rivoluzioni. Continuano però a «fiorire» sacchetti della spazzatura abbandonati lungo il ciglio delle strade di periferia, lontano da occhi indiscreti.

La polizia municipale, coordinata dal comandante Gaetano Di Giovanni, prosegue la «guerra», iniziata praticamente in contemporanea con l'avvio della raccolta differenziata, contro i cosiddetti «lanciatori seriali». E ancora, grazie alle telecamere piazzate negli angoli più impensabili, ne vengono pizzicati a decine. Il trend è calato, ma non molto.

Ad Agrigento va però registrata una sorta di inversione di tendenza: fino a qualche tempo fa c'erano le maxi discariche. Adesso invece ci sono i sacchetti di rifiuti, indifferenziati naturalmente, sparpagliati. Con la presenza di discariche a cielo aperto, piccole o grandi che fossero, per gli agenti della polizia municipale e per gli operatori ecologici era anche più semplice portare avanti la battaglia. Perché rovistando fra 50 sacchetti dei rifiuti in quattro o cinque sacchetti qualcosa per identificare il lanciatore seriale, qualche esplicito indizio, veniva trovato. Adesso, invece, con i sacchetti sparpagliati ai bordi delle strade ogni verifica, di fatto, si rivela praticamente inutile.

L'articolo completo nell'edizione di Agrigento, Caltanissetta ed Enna del Giornale di Sicilia di oggi.

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