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Open Arms, dopo Richard Gere lascia Lampedusa e salva altri 39 migranti

Richard Gere a bordo della Open Arms

Ieri per chiedere che i migranti da 8 giorni bloccati a bordo della Open Arms al largo di Lampedusa possano finalmente sbarcare, è sceso in campo Richard Gere, salito sulla nave della ong catalana per portare viveri e soprattutto lanciare un appello. "La cosa più importante per queste persone è avere subito un porto sicuro, scendere a terra e iniziare la loro nuova vita. Non siete soli".

E nella notte altre 39 persone sono state tratte in salvo dall'imbarcazione, come ha reso noto il fondatore dell'ong spagnola, Oscar Camps, specificando che il salvataggio è avvenuto in acque internazionali. L'imbarcazione, che da giorni era ferma al largo di Lampedusa con 121 migranti a bordo, era partita per la missione. "Ora aspettiamo un porto sicuro dove sbarcare", annuncia Camps.

La segnalazione del barcone con a bordo le 39 persone è arrivata ancora una volta da Alarm Phone. "Nella serata di ieri "siamo stati contattati da una barca in difficoltà nella zona Sar maltese con 45 persone a bordo - scrive su Twitter il servizio telefonico che fornisce ai migranti un numero da chiamare in caso di difficoltà - Alle 21 abbiamo avvertito l'Rcc (Centro di coordinamento dei soccorsi, ndr) di Malta" chiedendo un soccorso immediato in quanto, stando al racconto dei migranti, la barca stava affondando.
A chiedere l'intervento di Open Arms è stata proprio Malta ma ora La Valletta ha fatto sapere alla Ong di essere disponibile a trasferire su una motovedetta i 39 salvati questa notte e trasferirli a terra ma di non essere disponibile per gli altri 121 migranti a bordo da 9 giorni. Una decisione "inammissibile", dicono da Open Arms. "Questa situazione - aggiunge Oscar Camps - sta provocando gravi problemi di sicurezza a bordo".

Dopo l'iniziativa di Richard Gere, dunque, un nuovo intervento. Proprio mentre all'appello dell'attore risponde il vicepremier e ministro dell'Interno Matteo Salvini, tra un comizio balneare e il botta e risposta con gli ex alleati cinquestelle: "Speriamo che si abbronzi, che si trovi bene, non penso gli manchi nulla".

L'interprete di decine di film che hanno fatto la storia del cinema è arrivato a bordo di prima mattina da Lampedusa, stringendo mani e abbracciando molti dei 121 migranti, tra cui 32 minori di cui due gemelli di 9 mesi. "Abbiamo un compagno speciale, un amico e soprattutto un attivista dei diritti umani" ha twittato la ong che è poi tornata a definire "inaccettabile" il fatto che "i diritti sanciti dalle convenzioni internazionali continuino ad essere sistematicamente violati". E su questo aspetto ha chiesto "chiarimenti" anche il Garante dei detenuti, Mauro Palma, rivolgendosi al comandante generale della Guardia Costiera Giovanni Pettorino. Secondo il Garante proprio il divieto d'ingresso in acque italiane firmato da Salvini e l'evacuazione di 3 donne effettuata giorni fa dalle motovedette italiane configurano un "ambito di competenza" dell'Italia. In sostanza, è il nostro paese a doversi fare carico dei migranti.
Parole che mandano su tutte le furie Salvini. "E' andato oltre le sue competenze", dicono infatti dal Viminale sottolineando che la nave è in acque internazionali e "non risultano prigionieri a bordo". Dunque la sua richiesta è "sorprendente" e, attacca il ministero, "serve a giustificare la propria esistenza e il proprio stipendio". Nessun cambiamento di linea quindi, come conferma lo stesso Salvini: "Credo che questi 121 abbiano tutto il diritto di essere sbarcati a Ibiza o Formentera".
Un niet che il ministro ribadisce anche alla Ocean Viking, la nave di Sos Mediterranee e Msf che ha soccorso a 60 miglia dalla Libia un gommone con 85 persone tra cui 4 bambini. "Sono pronto a firmare il divieto d'ingresso nelle acque italiane" dice Salvini che poi scrive al collega norvegese, paese di bandiera della nave. "E' necessario e urgente un vostro intervento affinché venga riconosciuto il coordinamento delle autorità norvegesi per l'approdo in un porto norvegese o di altro paese disponibile" scrive il titolare del Viminale facendo notare che la Ocean Viking è una nave di dimensioni ed equipaggio tali da poterla considerare essa stessa un porto sicuro.
Ma nella giornata del ministro c'è spazio anche per uno scontro, l'ennesimo, con i giudici. Il tribunale di Bologna ha respinto il ricorso del Viminale contro l'ordinanza che aveva imposto al Comune di iscrivere all'anagrafe una donna richiedente asilo. "Dai giudici un'altra sentenza a favore degli immigrati - dice il vicepremier - nonostante il ricorso del ministero. Il prossimo governo dovrà fare una vera riforma della Giustizia, non viviamo in una 'repubblica giudiziaria'".

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