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Sequestrata la nave Alex, indagati capitano e capomissione

Dal mare si trasferisce in procura il corpo a corpo tra il ministro dell'Interno Matteo Salvini e Mediterranea saving humans, dopo lo sbarco dei 46 a Lampedusa ed il sequestro della Alex. "Salvini voleva il nostro scalpo", accusa il capo missione Erasmo Palazzotto, indagato insieme al capitano Tommaso Stella. E firma un esposto contro le procedure seguite per bloccare il veliero. Il ministro, da parte sua, contesta "le tante bugie della ong". Ma deve subire il 'fuoco amico' di Manlio Di Stefano (M5S): "si sente Maradona ma gioca come un Higuain fuori forma". Intanto, anche i 65 della Alan Kurdi stanno per toccare terra. A Malta, dopo il no dell'Italia.
"Ma nessuno rimarrà sull'isola", assicura il premier Joseph Muscat. I ministri degli Esteri di Italia e Malta, Enzo Moavero Milanesi e Carmelo Abela chiedono in una nota congiunta uno "strutturato meccanismo permanente" europeo sulle migrazioni, senza continuare a procedere caso per caso. Il giorno dopo lo sbarco, Salvini continua a silurare quella che definisce sprezzantemente "la nave dei centri sociali".
Tanto per iniziare, sostiene, "il gommone soccorso non aveva nessun problema". Poi, sottolinea, "si è sempre rifiutata di entrare in acque maltesi e pretendeva di essere accompagnata dalle autorità italiane fino a 15 miglia nautiche da La Valletta, per poi allontanarsi immediatamente ed evitare i controlli. È per questo che le operazioni si erano bloccate, costringendo gli immigrati a inutili ore di attesa".

Ricostruzione contestata da Palazzotto. "Abbiamo detto sì a Malta - spiega - ma ci è stato reso impossibile. La decisione di dirottarci lì era pura propaganda politica. Salvini voleva solo il nostro scalpo". Quanto all'accusa di aver preso a bordo migranti da un gommone che non era in difficoltà, si indigna la portavoce di Mediterranea, Alessandra Sciurba, "come si fa a dire 'non c'è alcun problema lasciamoli qui'. Dovevamo arrivare quando erano già in fondo al mare? Come si fa ad essere così crudeli e cinici?". Nonostante il sequestro della seconda nave, dopo la Mare Jonio, la ong non si arrende: "abbiamo tante spese legali da affrontare, ma vogliamo tornare subito in mare".
La Alex per oltre 4 ore è stata perquisita dai militari delle Fiamme Gialle, che hanno acquisito documenti a bordo. L'informativa finirà sul tavolo del procuratore di Agrigento Luigi Patronaggio che avrà 48 ore di tempo per decidere se convalidare il sequestro, cosa che probabilmente avverrà come già successo per Sea Watch e Mare Jonio. Palazzotto e Stella dovranno rispondere di favoreggiamento all'immigrazione clandestina, rifiuto di obbedienza e resistenza a nave da guerra. "Noi - commenta la ong - vogliamo che si facciano le indagini, non siamo certo noi a doverci preoccupare di aver violato diritti e commesso reati". E così la procura esaminerà anche l'esposto di Mediterranea contro le modalità seguite dall'Italia per dirottare verso Malta il veliero.

Non è poi mancata la polemica Salvini-M5S, dopo che il ministro ieri aveva puntato il dito conto i colleghi di Difesa ed Economia, responsabili di Marina e Guardia di finanza. Per il Viminale, i militari devono "essere utilizzati per compiti coerenti con la propria missione, come la protezione della legge e dei confini". E' il sottosegretario Di Stefano a difendere i ministri M5S: "qualcuno attacca i propri colleghi di governo inciampando in una gaffe dietro l'altra. E' stato il Viminale a rifiutare la proposta della Difesa di trasbordare i migranti a Malta. Forse c'è chi finge di combattere un problema ma in fondo vuole che tutto resti com'è perché gli porta consenso?".

Il ministro dell'Interno tira dritto nella sua crociata anti-ong e punta ad inserire del decreto sicurezza bis emendamenti per rendere ancora più difficile la vita alle navi umanitarie, dall'aumento delle multe (fino ad un milione di euro, ha azzardato ieri) alla confisca del mezzo che dovrebbe scattare alla prima infrazione.
Nel frattempo si avvia verso il lieto fine anche la storia dell'altra nave fino a ieri sera ferma al largo di Lampedusa senza ovviamente il permesso di sbarcare. La Alan Kurdi si è diretta verso Malta, ricevendo un analogo divieto. Dopo trattative con Commissione Europea e Germania, da Malta arriva l'ok: neanche uno dei 65 però, puntualizza il premier Muscat, "resterà qui. Saranno subito trasferiti in altri Paesi europei".

La situazione si è sbloccata dopo che dalla nave avevano chiesto urgente intervento sanitario per tre migranti collassati per il caldo. (ANSA)

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