Da dieci giorni al largo di Lampedusa con 42 persone soccorse a bordo. Ma senza l'ok ad entrare in porto per lo sbarco.
Cresce la tensione sulla nave Sea Watch, come spiega la stessa Giorgia Linardi, portavoce della Ong. "E' sempre più difficile mantenere la situazione sostenibile a bordo, non sappiano per quanto ancora possiamo continuare". Linardi parla di un "dilemma" per la comandante della nave, Carola Rackete: "Esercitare il proprio dritto ad entrare in porto per via della situazione di emergenza a bordo o rispettare l'interdizione" disposta dalle autorità italiane? Nel primo caso scatterebbe il decreto sicurezza bis, con la possibilità di sequestro della nave ed una multa fino a 50mila euro per la stessa comandante e la ong. Cioè, spiega la portavoce, "un altissimo rischio di criminalizzazione".
Nel secondo caso, però, le condizioni a bordo sono sempre più difficili, senza la prospettiva di una soluzione a breve termine. "E' disumano - sottolinea Linardi - che il comandante di una nave venga costretto a fare queste considerazioni per una legge ingiusta".
Ieri, intanto, uno dei 43 migranti è stato evacuato dalla Guardia costiera a Lampedusa a causa del serio peggioramento delle sue condizioni di salute. "I naufraghi - lamenta Sea Watch - sono a bordo da 10 giorni. Il rispetto dell'interdizione all'ingresso determina un penoso stillicidio mentre non abbiamo indicazioni alternative".
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